Turismo, l’oro del Salento?

Intervento di Sergio Blasi, sindaco di Melpignano e presidente dell’Istituto Carpitella, in un forum sul turismo nel Salento pubblicato il primo ottobre dal sito www.ilgallo.org.

Turismo, l’oro del Salento?

Preciso che non sono uno specialista del settore, anche perché il mio non è un posto di mare, né ho la piena cognizione di quella che è la realtà degli operatori turistici. Posso dare, però, il mio contributo in termini generali ed ho capito dagli altri interventi che non bisogna andare alla BIT. Allora vi dico che io non ci sono mai andato, per cui mi ritengo fortunato a non aver speso quei soldi: non avevo una struttura ricettiva da promuovere. Qui dobbiamo capire in che direzione vogliamo andare. Se crediamo che per questo territorio il turismo sia uno strumento che possa creare condizione di benessere, allora bisogna programmare e pianificare, perché secondo me mancano proprio la programmazione e la pianificazione. Abbiamo vissuto per decenni una marginalità forzata, dovuta ad un contesto geopolitico difficilissimo che ci inquadrava come luogo in cui prelevare braccia da portare nelle fabbriche del Nord Italia e del Nord Europa. Ebbene, quando l’industrializzazione si avvicinava a noi, paradossalmente abbiamo recriminato della mancanza del suo arrivo nel nostro territorio, essendosi fermata a Taranto con l’Italsider ed a Brindisi con il Petrolchimico. Se diciamo, quindi, che il turismo dev’essere il mezzo principale per una forte crescita economica, quella stessa marginalità oggi è di fatto la nostra potenziale ricchezza, perché ha sostanzialmente mantenuto integri il nostro paesaggio, la natura, le coste, i nostri beni all’interno. Ma chi si è posto il problema di pianificare? La Notte della Taranta è emblematica da questo punto di vista: il suo valore non sta nel fatto musicale in sé e nell’aver distrutto la tradizione della musica popolare salentina, avendo noi contribuito a distruggerla (“.almeno secondo alcuni”), ma consiste nel farci capire come l’identità diventa oggi, in una società moderna e globalizzata, lo strumento fondamentale per creare condizioni, se ben pianificate, per una crescita dello sviluppo. Premetto che a me non piacciono i villaggi perché arrivano, s’impossessano dei luoghi più pregiati ma non integrano il territorio. Invece, in questo forum ho sentito solo discorsi negativi: i camperisti non vanno bene, il B&B fa schifo, l’agriturismo rovina tutto. E quelli positivi quali sono? Qual’è, cioè, il passaggio per ottimizzare il tutto? Se io arrivo a Salisburgo, all’ingresso trovo immediatamente, sulla via principale d’accesso, un punto di informazione turistica che mi dice che posso avere dieci concerti diversi in quella serata, tre proiezioni cinematografiche, tre spettacoli teatrali, la possibilità di prenotare un albergo, la scelta di spendere quanto voglio, ecc., ecc. Qui da noi, invece, se scendo ad una stazione devo impazzire per trovare “Salento in bus”. Allora io credo che gli strumenti fondamentali siano l’identità, l’integrazione e poi l’innovazione. Un sondaggio del “Sole 24 ore” evidenzia che il 50% degli inglesi sceglie il pacchetto turistico su internet e lo paga con carta di credito: come facciamo noi ad intercettare questa fetta di mercato se non siamo neppure presenti su internet? Non dimentichiamoci della qualità, che è decisiva e che consiste nella nostra capacità di valorizzare gli aspetti prima citati, ossia identità ed integrazione attraverso l’innovazione. Sono almeno vent’anni che parliamo di turismo, ma quando decidiamo di agire veramente? Quando affronteremo di petto i problemi, a cominciare da quello delle infrastrutture? Se io prendo l’aereo a Francoforte, dopo tre ore mi ritrovo sulla più bella spiaggia delle Maldive, ma se devo arrivare sulla più bella spiaggia di Otranto ci impiego una giornata. Perché, dunque, l’aeroporto di Galatina, che pure sarebbe pronto, non può essere messo a disposizione del nostro territorio in tempi brevi? Perché Vernole, che ha investito tantissimo per quell’aeroporto, non può essere messo nelle condizioni di qualificarsi al meglio? Il turista ha bisogno di comodità per la sua vacanza”. La Notte della Taranta? Nè a Melpignano nè in altri Comuni. Solo per il fatto che La Notte della Taranta ha riscosso grande successo, non possiamo permetterci di perpetuarla ancora per chissà per quanto senza fermarci a riflettere: ne cambieremmo i connotati dichiarandone la morte. Per carità potranno anche continuare a venire 50-60-100.000 persone, ma non sarebbe più quel momento in cui si rende visibile il valore grande di un patrimonio culturale. Diventerebbe un concerto come tanti, un evento musicale. La Notte della Taranta non è quello che avviene sul palco ma ciò che avviene in piazza, tra la gente; è vedere come questo fenomeno riesce a mettere insieme generazioni così diverse che insieme hanno consapevolezza di quello che avviene sul palco e del repertorio sviluppato. Tutto ciò mette nelle condizioni anche il turista occasionale o venuto di proposito a comprendere
pienamente e dare valore a quel patrimonio. Credo che nessuna rock star del mondo possa fare lo stesso. Ecco perché non si può riproporre in altri Comuni né nella stessa Melpignano.

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