Statale 275, la rabbia del Sindaco

Luigi Nicolardi critica la decisione presa a Roma ed il comportamento dei colleghi

«Preferiscono spendere tutti i soldi per realizzare una statale monca». Al primo cittadino Luigi Nicolardi proprio non è piaciuto l’esito della conferenza di servizi sulla statale 275, svoltasi l’altra sera a Roma, e lancia stoccate ai suoi colleghi sindaci. «Esprimo un forte rammarico per la miopia degli amministratori locali – tuona Nicolardi – che impedisce di programmare lo sviluppo corretto del nostro territorio, in quanto si accetta di realizzare una strada a quattro corsie monca, ben sapendo che le risorse disponibili non bastano per l’intero tracciato, che non risolverebbe nessuno dei problemi posti sul tappeto, vale a dire la sicurezza stradale, l’attraversamento dei piccoli centri e la riduzione dei tempi di percorrenza».Il riferimento è alla decisione presa al Ministero dei Lavori Pubblici, di realizzare la statale secondo il progetto consegnato ai comuni a fine dicembre, ma fino a quando non si esauriranno i 165 milioni di euro stanziati.

«Non si è riusciti a trovare una soluzione concertata – si rammarica il sindaco di Alessano – che avrebbe permesso di evitare gli scempi e di utilizzare al meglio tutte le risorse».

Sulla stessa linea il locale circolo Arci. «Con la complicità implicita o esplicita di quasi tutti gli amministratori locali – commenta il responsabile Vincenzo Santoro – la procedura per la realizzazione del mostro di cemento che incombe sul Capo di Leuca ha fatto un ulteriore passo in avanti. L’unico che ha espresso l’opposizione più radicale all’opera è stato il sindaco di Alessano, quello di Tricase, Antonio Coppola ha criticato la statale, pur non contrastandola del tutto, mentre singolare è stata la posizione dei rappresentanti di Gagliano e di Castrignano, che hanno evidenziato molte criticità dell’opera e il suo fortissimo impatto sul territorio, ma alla fine hanno dato parere favorevole. In questo mortificante circo Barnum non si è presentato alla riunione, incredibilmente, l’unico ente che avrebbe una reale capacità di modificare le scelte fatte finora, cioè la Regione, che ha così abbandonato a se stessi e indebolito gli amministratori locali critici. L’assenza appare incomprensibile e irresponsabile, se non pilatesca.».

Mauro Ciardo

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