Vendola salva la Taranta

Da Bari arrivano le assicurazione dell’assessore regionale, Silvia Godelli. Ma nel Salento la cultura è sempre più terreno di scontro politico per la legittimazione del potere

di Francesco Lefons
da Paese nuovo di giovedì 20 marzo 2008

I soldi per la “Notte della Taranta” non mancheranno, almeno non quelli di Nichi Vendola. Ad assicurarlo è l’assessore regionale alla Cultura, Silvia Godelli, che spiega come l’Unione dei Comuni della Grecìa non rimarrà a secco per l’edizione 2008 del Festival nonostante il recente aut aut posto da Pellegrino. Una decisione, quella del Presidente della Provincia di Lecce, dal sapore fortemente politico; una sorta di attacco frontale nei confronti di Sergio Blasi. Tra qualche mese infatti (nel 2009), i due potrebbero trovarsi nel mezzo di un campagna elettorale interna al centrosinistra per decidere per decidere chi dovrà correre per la poltrona più alta di Palazzo dei Celestini. E poi c’è l’affare culturale, divenuto ormai vero e proprio terreno di scontro per la legittimazione del potere politico.
Dovesse andare male, i soldi, per la Notte della Taranta, non mancheranno. Parola di assessore regionale, parola di Silvia Godelli. Lei, delle beghe politiche tra Giovanni Pellegrino e Sergio Blasi, dice di saperne poco e niente. Non sa, e forse neanche le interessa sapere, che il Presidente della Provincia ha di recente annunciato di non essere disposto a finanziare l’evento se non a riparo di una fondazione. Il che, in termini strettamente economici, vuol dire che l’edizione 2008 del Festival dovrà fare a meno di qualcosa come 200.000 euro, visto che sembra del tutto improbabile si possa procedere a creare ex novo una Fondazione della Taranta (o qualcosa di simile) in tempi utili.
“Per quanto riguarda la Regione – spiega la Godelli – le cose funzionano diversamente. Io, in un certo senso, ho l’obbligo di finanziare la Notte della Taranta”. Trattasi di obblighi di carattere normativo e nulla più. Esistono, infatti, appositi bandi regionali per l’area spettacoli con i quali si accordano finanziamenti a quei soggetti che rispondono a determinati requisiti. L’Unione dei Comuni rientra tra questi soggetti, cosicché “nel finanziamento all’evento in questione – continua l’assessore regionale – procedo per evidenza pubblica. Non faccio altro che seguire le procedure”. Nulla è dato di sapere in merito all’entità della somma (che dovrebbe oscillare tra i 150.000 e i 200.000 euro), l’istruttoria dei progetti presentati si è appena conclusa, e solo tra un mese si procederà alle delibere per il finanziamento. Quanto all’ipotesi Fondazione, la Godelli la considera “auspicabile” non tanto per questioni di natura finanziaria, quanto per il potenziamento qualitativo del Festival. A riguardo, però, un’altra perplessità: “Le confesso di non sapere come mai una Fondazione ancora non ci sia”. E tanto basterebbe per capire che il terreno del dibattito tarantato tra Pellegrino e Blasi abita giustappunto tra Palazzo dei Celestini e Melpignano. Ma, soprattutto, appare del tutto evidente che il terreno di scontro tra i due non è la cultura in sé, ma una particolare categoria a essa strettamente correlata: quella che dal palco di Melpignano crea consenso e, di lì a poco, potere. A maggior ragione se tra qualche mese i due potrebbero trovarsi nel mezzo di una lotta interna per stabilire chi sarà il candidato del centrosinistra nella corsa elettorale alla Provincia. Vista sotto quest’ottica la “Notte della Taranta” assume un’importanza che va al di là dei 200.000 euro, della Fondazione e di qualsiasi capriccio istituzional-formale. A meno che questi capricci non tornino utili per la definizione dei rapporti di forza all’interno dello scacchiere poliitco-territoriale dell’intera provincia. Se così fosse, il reale obiettivo dell’attuale presidente della Provincia – decisamente poco popolare – potrebbe essere quello di attirare a sé le simpatie bipartisan di tutti i sindaci “antiblasiani” sparsi qua e là per il Salento, usando come terreno di manovra proprio la “Notte della Taranta”, vera e propria croce e delizia – forse più croce che delizia – dell’agenda politica provinciale.
Si potrebbe dire che la contesa politica, in realtà, è culturale; oppure che una certa cultura del potere trasforma la cultura in un imprescindibile presupposto per il potere. Come fosse una sorta di status che corona le teste di politici illuminati e che, proprio per questo motivo, non possono essere considerati come tutti gli altri. E poi, puerile ma vero, occuparsi di cultura vuol dire misurare gli umori di una larga fetta di elettorato e vuol dire, tra le altre cose, gestire somme di denaro di non poco conto.
Ci dovrà pur essere un motivo se le due grandi querce del panorama politico salentino – Adriana Poli e Giovanni Pellegrino – sono saldamente ancorati alla poltrona dell’assessorato alla Cultura. La Poli da ormai dieci anni gestisce l’affare, mentre Pellegrino, dopo l’abbandono di Sandra Antonica, ha impedito che il “giovane Blasi” ne prendesse il posto. E lo ha fatto come fosse un anziano educatore che sorprende il bambino troppo vivace con tutte e due le mani nella mamellata. In fondo si sa, la cultura è roba da grandi. Ai bambini spetta il gioco e quella beata innocenza che li esclude da ogni questione decisionale. I problemi cominciano a sorgere quando i bambini di una volta si fanno grandi e cominciano ad avanzare pretese nuove: il gioco diventa serio e i tempi belli della beata innocenza prendono la strada del ricordo.
Se a livello cittadino il pericolo di lesa maestà è ridotto al minimo – nessuno sembra avanzare pretese rispetto al “dominio” della Poli – a livello provinciale le cose stanno diversamente. La leadership culturale di Pellegrino sente sul collo il fiato di Blasi e, più in generale, di quella che lo stesso segretario provinciale del Pd ha definito “Generazione Taranta”. Per informazioni vedere sulla cartina geografica i confini della Grecìa Salentina, concentrare l’attenzione su Melpignano e Martignano, e poi trarre l duvute considerazioni.
Basta poco per rendersi conto che il vento che soffia su Palazzo dei Celestini è grecanico. Pellegrino lo sa e cerca di arginare ogni spiffero proveniente da quelle terre. Ma il 2009 elettorale per ora è lontano – ci sono le politiche – e le occasioni per per mettere in chiaro strategie e rapporti di forza si moltiplicheranno strada facendo. Nel breve periodo resta da capire se la posizione (politica) di Pellegrino nei confronti dell’edizione 2009 della “Notte della Taranta” sarà, soìino alla fine, quella espressa nei giorni scorsi: ossia il non finanziamento in attesa di una Fondazione. Appurato che Regione e Ministero, con relativi finanziamenti, viaggiano su altri binari rispetto a quelli provinciali, non rimane che attendere la risposta (politica) di Blasi e “Generazione Taranta” tutta. Per il momento le grecaniche bocche sono cucite. Nessuno vuol parlare, men che mai Blasi. A lui, che è segretario provinciale del Pd, la campagna elettorale lo impedisce per ragioni di partito. Non a Pellegrino, però, che almeno per il momento gioca la sua partita da libero battitore.

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