E già, così vanno le cose…

di Federico Capone

da Il Paese Nuovo del 5 dicembre 2010

sparagnaQualche settimana addietro ho partecipato ad un Pon dal titolo “Fabbricante d’armonia”, indetto dall’Istituto Comprensivo di Corigliano d’Otranto: trenta ore di lezione, pagate ottanta euro l’una, per un totale lordo di 2400 euro. I titoli richiesti erano al contempo fantasiosi ed originali: laurea in lettere con “indirizzo etnico-musicale” ed “esperienza nella direzione di orchestre popolari”.

Premetto che, a quanto ne sappia, “corsi di laurea in lettere con indirizzo etnico-musicale” in Italia non ne esistono e questo primo profilo d’accesso al bando rientra nell’ambito della fantasia; l’originalità sta nella seconda specifica: “esperienza nella direzione di orchestre popolari”. Ora, senza scendere nei particolari e discutere su cosa sia “popolare” o “colto”, non si può non notare come, sul territorio nazionale, queste formazioni non superino la decina e i loro direttori siano ancora meno.

Al Pon si sono presentati sei concorrenti. Cinque di questi non sono stati neppure considerati degni di essere valutati “per mancanza del requisito di ‘direzione orchestre popolari’”, ed io fra questi.

Inutile dire che alla fine un vincitore c’è stato e, come previsto dal bando, è stato l’unico che, su sei candidati, aveva tali rare caratteristiche: Ambrogio Sparagna, già direttore dell’orchestra popolare della “Notte della taranta”.

Nessuno mette in dubbio le qualità del maestro romano che anzi, nel caso specifico, dimostra un grande attaccamento alla cultura musicale di Terra d’Otranto –non tutti percorrerebbero almeno seicento chilometri, di sola andata, continuando nel contempo a svolgere rigorosamente il proprio lavoro (nel caso specifico di dipendente della Regione Lazio) per intascare la somma di 2400 euro lordi, soprattutto alla luce del fatto che, il maestro, con un solo concerto, guadagna sicuramente molto più di quanto potrebbe guadagnare con questo Pon.

Quello che lascia perplessi è come l’Istituto comprensivo diretto dal dottore Luigi Martano, nello specifico caso, abbia sbarrato la strada a concorrenti meno noti in una maniera così originale, bandendo un concorso sparagnino –nel senso di esageratamente parsimonioso, non perché l’abbia vinto Sparagna- nella richiesta dei titoli d’ammissione.

L’unica cosa azzeccata della vicenda è la denominazione del modulo, “Fabbricante d’armonia”: suona bene per chi ha già le tasche piene ma è decisamente stonato per gli altri partecipanti al bando che, evidentemente, avevano voglia di fare esperienze d’insegnamento nello specifico ambito delle discipline etnomusicologiche.

Giovanni Lindo Ferretti affermò, durante una edizione della “Notte della taranta”, se non erro diretta proprio dal suo stesso Sparagna, che il popolo salentino non doveva vendere la propria primogenitura per un piatto di lenticchie.

Evidentemente, chi non è del Salento, non sa come stanno le cose: non si corre nessun rischio di vendersi per un piatto di lenticchie. Mortificati come siamo da una cultura clientelare le lenticchie se le sono già mangiate da un pezzo (assieme al piatto) e, se continua così, si finiranno pure le briciole.

 

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