Eolico e fotovoltaico selvaggio. Il Salento rischia lo sfascio

Mega torri eoliche stanno sorgendo e molte altre sono programmate sulle Serre, a Oriente e a Occidente, tra uliveti secolari, casali, antiche masserie, menhir, dolmen e grotte preistoriche, tutti luoghi nei quali si sono costruite la mitologia e la storia delle comunità locali e dei territori

di Tonio Tondo

da La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 dicembre 2010

Impianto_fotovoltaico_sul_sito_grotteGoverno contro Regione, conflitti sull’interpretazione dell’articolo 117 della Costituzione in materia di legislazione concorrente sull’energia, ricorsi e sentenze della Consulta che sanzionano la giunta pugliese, norme che s’inseguono e cambiano lo scenario: le energie rinnovabili, insieme ai primati pugliesi, sono anche fonte di litigi politici e giudiziari. Nell’incertezza e nella confusione, iniziative spregiudicate di forti gruppi hanno preso di mira i luoghi simbolo del Salento, le Serre e gli uliveti secolari.

Lo scontro di potere tra giunta regionale e governo centrale ha finito con il favorire società finanziarie e fondi di investimento, molti con sede nei paradisi fiscali, da Panama a Cipro, che in nome della guerra ai gas serra, operano con forti capacità operative. Mega torri eoliche stanno sorgendo e molte altre sono programmate sulle Serre, a Oriente e a Occidente, tra uliveti secolari, casali, antiche masserie, menhir, dolmen e grotte preistoriche, tutti luoghi nei quali si sono costruite la mitologia e la storia delle comunità locali e dei territori.

Per evitare lo scempio gruppi di ambientalisti si appellano a Ovidio e alla Collina dei fanciulli e delle ninfe per addolcire il cuore di politici e imprenditori e salvare le Serre di Giuggianello. E altri esaltano le Veneri di Parabita per salvare i rilievi che si affacciano sulla piana di Gallipoli. I richiami alla letteratura antica forse non sono argomenti decisivi, ma sicuramente possono fornire elementi per scongiurare l’installazione degli aerogeneratori nei luoghi più suggestivi e più amati dai visitatori e dagli stessi salentini.

Ma non sono solo le torri a minacciare il territorio più prezioso. Pervasivi campi di pannelli fotovoltaici si diffondono ovunque, in modo spropositato e senza un minimo di programmazione, anche in aree ad alto pregio ambientale, con vincoli paesistici, e in territori di qualità produttiva. Insieme a questi «laghi» di alluminio e silicio arriveranno, abbondanti, i diserbanti che avveleneranno i terreni per impedire la crescita dell’erba tra i filari di pannelli.

Rischia grosso il Salento. Dopo aver conquistato gradini su gradini nelle classifiche dei luoghi più ambiti, può diventare ostaggio di società anonime e non. Per prime si sono affacciate le società finanziarie e le aziende del Nord, poi i fondi inglesi e irlandesi, adesso è la volta di cinesi e sudcoreani che si stanno muovendo in modo massiccio con ingenti capitali. In questo notevole flusso di denaro, è arrivato puntuale l’allarme dell’Antimafia: il Salento è a forte rischio, in bilico fra terra integra e resistente alle infiltrazioni criminali e luogo di intrecci affaristici nel nome del vento e del sole.

E’ anche in bilico tra una crescita sostenibile, con una equilibrata e oculata presenza di impianti energetici alternativi, e lo scadimento qualitativo del territorio rurale e della macchia boschiva. Ad essere colpiti, in modo irrimediabile, i luoghi più belli: le dolci colline, gli unici rilievi del Salento, vere e proprie terrazze verso il mare. Insieme alle Serre occorre salvare gli uliveti storici che hanno sostituito i boschi nel corso dei secoli.

Se dovessero essere piantati tutti gli aerogeneratori autorizzati e in attesa del via libera, il Salento sarebbe una foresta di torri eoliche. Le cifre vanno dalle 500 alle 1000, ma c’è chi sostiene che sono di più. Numeri record anche per il fotovoltaico, attirato dalle ore sole del Salento e da una legislazione permissiva. Migliaia di ettari stanno cambiando destinazione, da agricola a industriale. Gli agricoltori, alle prese con una durissima crisi, cedono i terreni in affitto (dai quattro ai seimila euro a ettaro) oppure vendono alle «società sviluppatrici», cioè ai rappresentanti dei gruppi finanziari.

L’assalto del fotovoltaico sta mettendo a dura prova anche la tenuta delle associazioni ambientaliste. Legambiente rischia di dividersi a causa di un progetto per circa 5 Megawatt su 26 ettari a Cutrofiano, presentato da «AzzeroCo2 srl», una società formata da Kyoto club, Ambiente Italia e dalla stessa Legambiente. Alcuni circoli, in testa i toscani e i milanesi, contestano la scelta della presidenza nazionale e parlano di «conflitto d’interesse».

Volano parole grosse: il business del fotovoltaico fa vittime anche fra gli ecologisti chiamati a tutelare il territorio e a fare le pulci ai progetti. Il Salento è un marchio internazionale in forte espansione. Negli ultimi anni la presenza dei turisti è sempre cresciuta, grazie alle bellezze naturalistiche e al patrimonio artistico e storico. In pericolo è il paesaggio. Siti ambientalisti danesi hanno lanciato l’allarme sugli attacchi in atto al paesaggio e alla natura che tanto successo hanno fra gli europei. Inglesi e tedeschi che hanno scelto il Salento come seconda casa, e molti per viverci tutto l’anno, chiedono di difendere il territorio e di evitare stravolgimenti ambientali.

Consentire l’aggressione alle Serre, alte fino a 200 metri, perché le pale eoliche, alte più di 100 metri, possano intercettare i venti più intensi e continui, è un errore che non possiamo commettere.

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