Vittorio Bodini torna in Puglia

Le spoglie nel cimitero di Lecce. Domenica ricorre il quarantesimo anniversario della morte e sarà un´occasione importante per poterlo ricordare e farlo conoscere a chi non lo ha mai letto

di Mario Desiati

da www.repubblica.it del 17 dicembre 2010074234075-5c43cf3b-6f81-495a-a69e-7ae9676d419bVittorio Bodini è tornato in Puglia in questi giorni. Le spoglie del poeta mercoledì sono state trasferite a Lecce, la sua città, e saranno tumulate accanto a quelle di Tito Schipa. Il 19 dicembre ricorrerà il quarantesimo anniversario della morte e sarà un´occasione importante per poterlo ricordare e farlo conoscere a chi non lo ha mai letto. Nato a Bari, ma cresciuto nel Salento, spagnolo d´adozione, Vittorio Bodini figura tra i maggiori poeti del secolo scorso e rappresenta una delle voci letterarie più importanti della nostra terra. Inizialmente fu conosciuto a livello nazionale per il suo lavoro sulla letteratura spagnola.

Un insegnamento di cui nel 1950 ricoprì la cattedra presso l´Università di Bari. La sua poesia oggi è diventata per chiunque si occupi di arte, cinema e letteratura nel nostro territorio, una delle ragioni di questo immaginario vincente della Puglia. Bodini insieme a Carmelo Bene e Girolamo Comi è tra i padri della nostra coscienza letteraria.

Nei versi di una sua poesia della Luna dei Borboni (Besa editore) ci sono i frammenti che compongono il mosaico dell´Heimat pugliese: i colori, il paesaggio, la cornice campestre, i frutti della terra e infine la nostra identità. Cade a pezzi a quest´ora sulle terre del Sud/ un tramonto da bestia macellata/ L´aria è piena di sangue/ e gli ulivi, e le foglie del tabacco/ e ancora non s´accende un lume. Da versi sanguinosi e dolenti come questi nasce un´idea del luogo natale che scuote e commuove sia chi è nato e cresciuto a Sud, ma anche chi è vissuto e poi partito. A quarant´anni dalla sua scomparsa, l´editore Livio Muci con la sua casa editrice Besa e il critico letterario Antonio Mangione che dirige la collana bodiniana, hanno ripubblicato l´opera di Vittorio Bodini. Il poeta leccese è autore di culto nei nostri confini, ma ancora troppo poco conosciuto al di là della Daunia. Dal Capo sino all´Ofanto ci sono stati importanti convegni, affollati reading, ma ancora Bodini rappresenta un autore tabù per le antologie ufficiali. Paga una sua attitudine alla rissa: Bodini sentiva di condividere con il suo santo di appartenenza, il focoso San Giuseppe di Copertino, la potenza e l´irruenza. Il non mandarle a dire era una vena importante del carattere del poeta che dedicò al santo un verso nella Luna dei Borboni: “Un santo rissoso vola tra gli alberi“.

Bodini è simbolo della nostra terra, l´autore di una strofa popolarissima, che tanti emigrati dell´ultima generazione conoscono, ma che non riescono ad associare ancora al suo autore: Tu non conosci il Sud, le case di calce/ da cui uscivamo al sole come numeri /dalla faccia d´un dado… Il tu non conosci il Sud può anche rappresentare un motto, il segno fondante in questi anni, di un Sud Italia con la lettera minuscola che spesso viene umiliato, costretto a vergognarsi e nascondersi. Ci vorrebbe una provocazione urgente, ma forse basta anche un piccolo gesto, legato alla coscienza dell´origine. I genitori che hanno i loro figli che sono partiti spesso preparano grandi pacchi e cesti di pasta, confetture, barattoli di prelibatezze sotto olio, gli immancabili taralli, eppure tra i tanti pezzi di Meridione che uno vorrebbe portarsi su, c´è sempre il mare, l´odore della campagna, i frantumi dei muretti a secco, un frammento di terra su cui hai camminato quando eri un bambino.

Se pensi a Bodini si può fare, basta mettere un suo libro di poesie dentro un cesto che viaggia da Sud a Nord assieme alle vivande: ci saranno i suoi versi e i suoi colori, che poi sono i nostri, quelli che ci accompagnano sempre. A maggior ragione adesso che lui è tornato qui. A casa.

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