La zampogna rinasce

di Vincenzo Santoro da Il Paese Nuovo del 31 marzo 2011Fabbi_1

Il prossimo 19 aprile, nello storico teatro del Bolscioj di Mosca, si esibirà il Neapolis Ensemble, un gruppo che propone una rilettura dei repertori tradizionali meridionali raffinata e colta. Uno dei punti di forza del gruppo è costituito dalla presenza della zampogna, anzi, di vari tipi di zampogne, suonate da un giovane ma profondo conoscitore nonché virtuoso dello strumento, Alessandro Mazziotti.

Mazziotti, di origine laziale, collabora con diverse formazioni, che in questi mesi stanno portando la musica e gli strumenti tradizionali italiani in prestigiosi festival internazionali quali il Festival delle Fiandre in Belgio, il Festival International de Musique di Strasburgo (Francia) e teatri di altissimo livello nel mondo quali appunto il Bolscioj e la Filarmonica di Colonia (Germania). Con la sua instancabile attività di musicista, ricercatore e “militante” culturale (di cui si può trovare traccia nel bel sito www.suonidellaterra.com ) è uno dei protagonisti principali del ritorno di interesse che sta riguardando questo strumento.

Come è noto, la zampogna è uno strumento musicale molto antico, diffuso nelle aree montane del Centro-Sud della Penisola, dal Lazio alla Sicilia. È una consuetudine molto radicata quella che vede gli zampognari arrivare nei centri abitati durante il periodo natalizio ad eseguire le Novene e altri canti religiosi; per questa ragione, molti pensano che la zampogna si utilizzi esclusivamente durante tale periodo. In realtà, nonostante vedere la zampogna o sentirne il suono evochi immediatamente un’atmosfera natalizia, lo strumento viene suonato durante tutto l’arco dell’anno e possiede un repertorio sia sacro che profano utilizzato in moltissime occasioni festive o relative a importanti momenti della vita delle comunità rurali, quali ad esempio il carnevale, i matrimoni, l’uccisione del maiale, ecc…

Il repertorio è costituito prevalentemente da suonate piuttosto veloci che accompagnano danze tradizionali come il saltarello, la tarantella, la ballarella, le marcette, da suonate lente quali pastorali, balli lenti, serenate, accompagnamento al canto e, talvolta, per le occasioni rituali e cerimoniali, come la “sonata per la sposa” o le processioni per l’accompagnamento del Santo.

In Italia sono presenti 24 “aerofoni a sacco” (questo il nome tecnico della zampogna) a due canne modulabili. Di queste, 9 sono tuttora presenti nel Lazio. E proprio alle permanenze dell’uso delle zampogne in questa regione italiana è dedicato il bel DVD “L’abbraccio di Zefiro”, che Alessandro Mazziotti ha recentemente realizzato con la collaborazione di Bruno Sorani.

Il lavoro, arricchito da molti filmati inediti e da interviste con suonatori tradizionali, documenta in maniera rigorosa ed esaustiva la tradizione zampognara della regione, con i centri di costruzione, le tecniche costruttive, i suonatori e i repertori di Roma e della campagna romana, della Valle dell’Aniene, dei Monti Lucretili, dell’Alta Sabina, della Ciociaria e del Lazio Meridionale.

Di particolare interesse l’analisi che vene condotta sui nuovi percorsi di uso e fruizione di questo strumento, con particolare riferimento alla nascita di alcune nuove botteghe di costruzione, gestite da giovani che riprendono un’arte che stava per scomparire definitivamente. Pratiche che coinvolgono sempre più non solo i pastori e le comunità rurali e della montagna, ma anche nuovi appassionati metropolitani.

Singolarmente, la più importante e attiva “scuola” di zampogna oggi esistente nel Lazio – gestita proprio da Alessandro Mazziotti – si trova nel cuore della Capitale, presso la sede del Circolo “Gianni Bosio”, storico luogo di riflessione e intervento sulle culture popolari, il cui presidente è l’americanista e storico orale Alessandro Portelli, che viene intervistato alla fine del DVD. E gli allievi? Dipendenti della pubblica amministrazione, professionisti, insegnanti e… un generale dell’esercito.

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