Acciaio e tabacco. Storie di fabbriche e di contadini. Da Terni al Salento

Le lotte operaie in musica

di Guido Festinese

da Alias, inserto musicale del manifesto, 11 agosto 2012

Memorie della Terra

Memorie della Terra

Rubiamo subito le parole a Milena Magnani, che ha introdotto uno dei due volumi di cui qui tratteremo: «Succede, incontrando questo testo, di essere presi per mano e portati ad attraversare la storia di un luogo. Esperienza rara in un’epoca incentrata su un eterno presente, un’epoca che tende ad occultare la storia nelle pieghe, a nasconderla negli anfratti, per farla scomparire davanti al nostro sguardo semplificato e addomesticato per la passività catodica». Questo, e anche, forse, quello che apparentemente sembrerebbe l’opposto della narcolessi televisiva che occulta le cose: una presenza infinitamente dilatata e replicata degli eventi, di qualcsiasi evento dunque anche quelli «sociali» e «culturali», nel flusso indistinto della Rete. Tutto presente, ma tutto perso, comunque, in una vorticante e compulsiva «retromania» che diventa vetrina semipornografica (si vede e si rivede tutto, ma tutto è semopre lo stesso) dell’accaduto smaterializzato in pixel. Sia come sia, è anche su testi (e annessi cd) pesantio come Memorie della terra/Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento, curato da Vincenzo Santoro, e La Valnerina ternana/Un’esperienza di ricerca-intervento, curato da Valentino Paparelli e Alessandro Portelli (primo volume di una neonata e coraggiosa serie che riporta in vita, tramite il Circolo Gianni Bosio, la gloriosa sigla «I giorni cantati») che si gioca un bello spicchio di futuro della memoria del lavoro. Perché alle generazioni del lavoro precario a vita, quando c’è, alla generazione della «noia del posto fisso» che non c’è – il posto, non la noia – e del paracadute sempre più ristretto della famiglia che ammortizza i morsi sfacciati del neoliberismo forse non sarà dato lasciare memorie collettive come queste. E non certo per mancanza di fantasia o incapacità di lotta, assenza di maturità da bamboccioni mammoni: ma perché s’è quasi compiuto il disegno del divide et impera, la call-centerizzazione della società che lavora, l’aggregazione delegata al clic del «mi piace» su una tastiera.

Entrambi i testi arrivano dalla romana editrice Squilibri, che negli ultimi anni molto ha fatto per recuperare parole e suoni dell’immenso «giacimento culturale» delle tradizioni popolari, del lavoro e delle lotte. Qui però con questi due testi si va anche oltre, e sia detto senza nulla torliere a chi, in testi precedenti, ha svolto meritoria opera di salvataggio, recupero e diffusione di nastri che rischiavano l’oblio e la polvere assieme. Qui, nei due libri, ci si interroga, anche, sulla possibilità di dare contezza e «parole per dirlo» con un affondo diretto nella contemporaneità. Il che significa, in pratica, vedere come reagisce il presente della musica, della cultura, della resistenza al pensiero unico nell’affrontare materiali apparentemente sepolti nel tempo e nello spazio. Nel caso di Memorie della terra si ripropone, in testo scritto, fotografie e cd allegato, uno spettacolo fortunato costruito du due sistinte stagioni di ricerce «sul campo», nel Salento con la metodologia della «storia orale», l’una legata alla cosiddetta «Rivolta di Tricase» del 1935, quando, in pieno regime mussoliniano, una manifestazione di piazza delle operaie tabacchine dello stabilimento Acait venne brutalmente repressa nel sangue, l’altra all’occupazione del feudo d’Arneo nell’immediato dopoguerra, tra il ’49 e il ’51, magnifica e sorprendente azione di lotta dei contadini pugliesi. In ogni caso, siamo lontani dal patinato «revivalismo» della Taranta e dalla sottesa dimensione puramente magico-ludica della musica di culture contadine profondamente marcate, invece, dalla miseria, dalle umiliazioni dei proprietari, e da una storia sottotraccia di fiera resistenza. Le voci narranti nel cd sono quelle dell’autore Santoro e Anna Cinzia Villani, forse la migliore ugola «trad» del sud emersa negli ultimi anni, le musiche proposte dalla stessa Villani, Daniele Girasoli, Maria Mazzotta, Enrico Noviello.

Doppio confronto, invece, ne La Valnerina ternana: da un lato la riproposta del disco pubblicato in origine da I Dischi del Sole nei primi anni Settanta, quando operai e contadini umbri andarono anche sui palchi d’Europa a raccontare un reticolo di storie chiuse nella forbice spietata di un territorio al contempo contadino e industriale, accompagnati dagli allora assai giovani esponenti del folk revival italiano, dall’altro un cd che ripercorre trent’anni dopo quelle tracce sedimentate. Con Giovanna Marini, Almamegretta, La Piazza, Lucilla Galeazzi, Piero Brega, Il Canzoniere del Lazio, Sara Modigliani. E’ il caso di dire: la storia continua. Attraverso la memoria a tutto campo.

 

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invece, sulla vicenda storica della coltivazione del tabacco nel Salento (e sulle emigrazioni connesse), si può consultare il libro Il Salento levantino. Memoria e racconto del tabacco a Tricase e in terra d’Otranto

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