Il gruppo Radici e il folk revival salentino degli anni ‘80

di Vincenzo Santoro, 15 febbraio 2013

sdNel corso degli anni ‘80 si esauriscono progressivamente tutte le esperienze della riproposta salentina maturate nel decennio precedente, in parallelo con la crisi del movimento del folk-revival nazionale. Questo declino avviene in primo luogo per il mutare dei gusti del pubblico, sempre meno interessato alle musiche di tradizione e alla loro rilettura in chiave politica tipica degli anni ‘70. Anche in questo periodo “buio” però, lontano dalla ribalta pubblica, prendono l’avvio alcune esperienze di ricerca musicale che saranno le basi dell’esplosione del “movimento” avvenuta negli anni ‘90. Uno dei percorsi più significativi è quello compiuto da un gruppo di amici provenienti da paesi della zona Sud-Ovest del Salento.

Ho cominciato ad interessarmi di musica popolare alla metà degli anni ‘70. Abbiamo cominciato a registrare le persone della zona che cantavano, nella nostra zona, Racale, Alliste, con Quintino Sicuro. Il materiale che trovavamo erano soprattutto canti solo voce, senza strumenti. Le pizziche sono state un’elaborazione successiva, e ci venivano soprattutto dalla frequentazione di Torrepaduli. All’inizio suonavamo per divertimento fra di noi. Spesso ci incontravamo in una pizzeria di Torre San Giovanni. C’era Gigi Cardigliano di Ugento. Lui è stato quello che ha creato il sound musicale de Lu rusciu de lu mare nella versione con la variazione maggiore-minore. Il primo concerto che abbiamo fatto fuori, nel 76-77, chiamandoci con il nome Terracate poi cambiato in Radici (perché avevamo scoperto che nella zona di Brindisi esisteva un altro gruppo con lo stesso nome), è stato per l’associazione donatori di sangue a Racale, presso il cinema Verdi. Ci chiamavano dappertutto, soprattutto in contesti di sinistra, ma non solo (Lorenzo Crespino)(1).

In Radici convivono musicisti giovanissimi e personalità più legate alla musica di tradizione, provenienti dalla zona tra Gallipoli e il Capo di Leuca, tra cui Claudio Miggiano e Valerio Spennato, che vi arrivano quando il gruppo era attivo da qualche anno.

Abbiamo iniziato a suonare con Radici nel ’79-’80. All’epoca c’era solo il Canzoniere Grecanico Salentino, anche se loro suonavano soprattutto nella fascia adriatica della provincia, ed erano fortemente connotati per il repertorio grico. Noi abbiamo scoperto la musica popolare attraverso i nostri amici più anziani. In particolare da Bruno Spennato, che è appena scomparso. Oltre al Canzoniere, c’era un gruppo a Presicce che si chiamava Salento Domani. I due protagonisti di questo gruppo, Gino Marzo e Carlo Lubello, oggi vivono a Perugia(2). Noi abbiamo di fatto ereditato il loro repertorio. Valerio studiava ingegneria a Perugia, mentre io studiavo giurisprudenza a Bologna (Claudio Miggiano).

Quando arrivai a Perugia (1978) io suonavo discretamente la chitarra e il mandolino. Per cui Marzo e Lubello mi chiamarono a suonare con loro, e così appresi almeno una quindicina di canti. Nel 1979 poi ci contattarono da Alliste Lorenzo Crespino e Quintino Sicuro, che già suonavano. Il primo concerto lo facemmo ad Alliste ad una festa de l’Unità, e poi subito dopo un’altra festa de l’Unità a Supersano. In un paio d’anni girammo in tutto il Salento (Valerio Spennato)(3).

Il gruppo a questo punto è così composto: Claudio Miggiano voce e tamburello; Valerio Spennato chitarra e mandolino; Lorenzo Crespino tamburello e percussioni; Quintino Sicuro voce e armonica a bocca. In seguito si inseriscono anche Donatello Pisanello alla chitarra e Luigi Corvaglia ai flauti dolci; per brevi periodi fanno parte del gruppo anche Tiziana Bruno, Annamaria Bellisario e Fernando Bellisario.

Il repertorio comprende canti tradizionali appresi direttamente dagli anziani, altri derivati da Salento Domani, il gruppo perugino di Lubello–Marzo, ma anche alcuni dei brani compresi nelle pubblicazioni di Brizio Montinaro, con arrangiamenti che risentono molto dell’influenza delle due principali esperienze della musica popolare napoletana del periodo, la Nuova Compagnia di Canto Popolare di Roberto De Simone e i Musicanova di Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò. Per tutte queste ragioni, il sound e le motivazioni del gruppo sono abbastanza differenti da quelli del Canzoniere Grecanico Salentino.

A differenza del Canzoniere, non facevamo pezzi politici, pur essendo più o meno tutti di sinistra. Condividevamo le lotte dei contadini (anche perché i nostri genitori lo erano stati tutti), facevamo i canti sociali, ma non era la politica quello che ci spingeva ad occuparci di questa musica, ma la sua valenza estetica, e il desiderio di riappropriarci della nostra cultura (Claudio Miggiano).

Una delle ragioni dell’importanza del gruppo Radici per gli sviluppi successivi del movimento sta nel fatto che Donatello Pisanello trasferirà molto del repertorio e degli arrangiamenti elaborati in quel contesto nelle sue esperienze successive, cioè nel primo nucleo del gruppo Alla Bua e soprattutto nel gruppo che fonderà alcuni anni dopo, gli Officina Zoè. Infatti, riascoltando oggi le registrazioni dei concerti di Radici di quegli anni(4), si rimane colpiti anche dalla centralità data alle esecuzioni di brani di pizzica-pizzica, con una accentuazione dell’aspetto ritmico e del suono del tamburello che sarà uno dei marchi di fabbrica di un po’ tutto il nuovo corso degli anni ’90.

Il gruppo svolge una discreta attività concertistica per tutti gli anni ‘80, concentrata nella zona meridionale della provincia di Lecce. Alla fine del decennio, molti suoi membri hanno sempre maggiori difficoltà a coniugare gli impegni lavorativi e di vita con l’attività concertistica. Le esibizioni dal vivo si diradano progressivamente e così, di fatto, cessa l’attività del gruppo(5).
(1) Da un’intervista eseguita da chi scrive nel settembre 2008.

(2) Sull’esperienza seminale del gruppo Salento Domani, attivo a Perugia dall’inizio degli anni ’70, Cfr: Vincenzo Santoro, Il ritorno della taranta. Storia della rinascita della musica popolare salentina, Squilibri 2009, pp. 51-59.

(3) I racconti di Miggiano e Spennato sono tratti da un’intervista realizzata da chi scrive l’8 settembre 2007.

(4) due brani registrati in un concerto presso l’università di Lecce nel 1981 sono compresi nel cd antologico allegato al mio Il ritorno della taranta.

(5) Anche se nel 1995, Lorenzo Crespino, insieme a Michele Fiore, pubblicano Canzoniere Salentino (Martano editrice), un libro che riassume il repertorio del gruppo Radici.

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