La tarantella globale

globaltarantellaUn recente libro, pubblicato negli Stati Uniti, conferma quanto la diffusione delle “tarantelle” del Sud d’Italia sia diventato un fenomeno internazionale. Si tratta di Global tarantella. Reinventing southern italian folk music and dances, di Incoronata Inserra (University of Illinois Press, 2017), una ricerca di taglio accademico che analizza i molteplici percorsi con cui questi balli (perché l’autrice si riferisce appunto a diversi tipi di danze “tradizionali” del Sud d’Italia), opportunamente trasformati, si sono diffusi anche in contesti cosmopoliti, “urbani, laici, migranti ed etnici”, molto lontani e diversi da quelli originari.

Una parte significativa del saggio riguarda la descrizione dei “revival” di musiche e danze ricollegabili alla definizione un po’ controversa di “tarantelle”, dalle ricerche antropologica classiche (una su tutte quella sul tarantismo salentino confluita ne “La terra del rimorso” di Ernesto de Martino), al folk revival degli anni ’60’70, dall’esplosione della pizzica salentina fino alla moda della musica “etnica”. Con maggiore dettaglio viene indagato il revival della “tammurriata”, fra i luoghi campani di origine (e le feste connesse) e le esportazioni nel Nord d’Italia.

Ma probabilmente, almeno per un lettore italiano, la parte più interessante di questo lavoro è quella che concentra l’attenzione sugli Stati Uniti, dove vengono analizzati i processi di diffusione delle musiche e delle danze del Sud d’Italia (a volte sorprendentemente precoci) che si basano sulle comunità della “diaspora italiana” e quelli che seguono i percorsi più recenti della world music e della sensibilità spiritualistica e new age, a partire da alcune esperienze significative, come quella del “Taranta Power” di Eugenio Bennato, visto come momento di costruzione di una musica “identitaria” del Sud ma anche come progetto molto funzionale ad una sua esportazione globale, e, per la danza, di Alessandra Belloni, che tiene da anni singolari – e molto partecipati, – corsi “taranteschi” fra New York City e Honolulu, caratterizzati da un approccio che enfatizza la dimensione dell’esperienza femminile e più in generale una lettura di genere del fenomeno.

Un libro interessante e decisamente “glocal”.

 

 

FacebookTwitterGoogle+WhatsAppGoogle GmailCondividi