Lissìa, il cd giusto al momento giusto

lissìaDopo il folgorante esordio di Rotte le capase, i Mandatari, gruppo composto in prevalenza da giovani dell’area meridionale della provincia di Taranto, ci consegnano un lavoro più meditato e ambizioso, Lissìa. Come si evince dal titolo, il cd è una raccolta di canti popolari della zona di provenienza del gruppo, che si articola in un repertorio abbastanza composito: dai canti di lavoro (La patana, un brano in polifonia ripreso dal vivo, con il gruppo che canta insieme a due arzille signore di Fragagnano, Lina e Maria Galeone, che aggiungono anche dei divertenti ed emblematici commenti, La villanella e La scarola), al canto d’amore La funtanella, all’interessantissimo Lu resu resu, un canto di questua che si eseguiva durante la notte e la mattina di Pasqua. Anche in questo caso il brano è preceduto da una breve introduzione cantata da Ernesto Cavallo, anziano cantore di Fragagnano. A questi si aggiungono una serie di pizziche pizziche di varia provenienza (di Martina Francadi Carosino, la Pizzica tarantella di Mestru Eduardo – nel modo di San Marzano di San Giuseppe, e la irresistibile Taranta di Lizzano, già presente in Rotte le capase e ora riproposta in una versione forse ancora più affascinante). Infine, arricchiscono il cd due perle, veramente emozionanti anche solo per il suono della lingua arbëreshe, provenienti sempre da San Marzano di San Giuseppe, paese del tarantino fondato da popolazioni che fuggivano dall’Albania durante l’invasione turca del XV secolo: Te dua mire (la romanza del fidanzato), canto di amore di antiche origini, e Ndrikull Elvi’, una collazione di vJershe (cioè ‘messaggi in codice’) usati dalle braccianti agricole per comunicare nella loro lingua senza essere capite dai colleghi e soprattutto dai padroni).

I brani di Lissìa sono in gran parte proposti dai Mandatari in una maniera che cerca di mantenere per quanto possibile la grammatica tradizionale, inserita in un contesto corale; un approccio che riesce ad esprimere il meglio nei concerti (consiglio a tutti i loro travolgenti live). Da questa impostazione mi sembra che emergano le cose migliori del cd, come traspare ad esempio in molte delle bellissime pizziche pizziche (la mia preferenza va comunque alla magica Taranta di Lizzano), dove spiccano la notevole tecnica esecutiva nelle parti strumentali, in particolare mandolino ed organetto, e un cantato a volte un po’ acerbo ma sempre efficace e ‘schietto’. In altri casi si è cercato l’inserimento di arrangiamenti più elaborati, ottenendo risultati a mio parere non del tutto convincenti e che fanno molto di già sentito, come ad esempio nella coda ‘bennatiana’ della Pizzica Pizzica di Taranto e negli ammiccamenti alla tarantella del Gargano de La Funtanella  e alla ‘tammurriata’ de La scalora. In alcuni passaggi, anche il lavoro in studio di registrazione sembra aver un po’ ‘ammorbidito’ la carica del gruppo. Tutte cose che peraltro succedono spesso quando si lavora con la musica popolare e non facili da risolvere – soprattutto per un lavoro di fatto autoprodotto.

Mi pare comunque importante segnalare anche come il variegato repertorio presente nel cd sia stato costruito grazie a una ricerca molto accurata svolta sui testi storici (e in particolare sugli studi effettuati – a volte con delle pionieristiche registrazioni dal vivo – dal mitico studioso tarantino Alfredo Majorano dagli anni ’30 agli anni ’70 del secolo scorso), ma anche direttamente sul campo, dalla viva voce degli anziani cantori della zona. Un lavoro prezioso, che conferisce a Lissìa uno spessore culturale sorprendente, vista anche la giovane età dei componenti del gruppo. Qualità ormai rara, che non è facile trovare ad esempio negli ultimi lavori che ho ascoltato della riproposta salentina, ormai votati in gran parte – con poche lodevoli eccezioni – a più o meno stanche ripetizioni in chiave festaiola dei soliti pochi conosciutissimi brani o ad autocompiaciute operazioni di “abbellimento” e riscrittura (in chiave jazz-world-rock e chi più ne ha più ne metta), riguardanti quasi sempre ancora i soliti brani, con esiti di rado realmente significativi e interessanti.

Per tutte queste ragioni, possiamo considerare Lissìa un cd importante ed esemplare, assolutamente consigliato ad ogni appassionato di musica popolare. Se poi capita in zona un loro concerto, ancora meglio.

La formazione:

Salvatore Cavallo Galeanda: Voce, tamburello e castegnette
Francesco Pastorelli: Voce, tamburello e castagnette
Cosimo Pastore: Voce, mandolino, bouzouki, chitarra battente
Mattia Cito: Organetto e fisarmonica;
Niko “Zef” Friolo: Chitarra e voce.

+ vari ospiti su alcuni brani

Per approfondimenti:

Per leggere la mia recensione a Rotte le capase, cd d’esordio del gruppo, cliccare qui

Sul patrimonio musicale tradizionale del tarantino: Alfredo Majorano, Tradizioni e canti popolari a Taranto e nei paesi di area tarantinaManduria, Lacaita, 1989

Sul tarantismo a Taranto: Antonio BasileGioconda miseria. Il tarantismo a Taranto. XVI-XX secolo, Progedit (mia recensione qui: http://lnx.vincenzosantoro.it/2016/03/30/taranto-taranta-tarantella/ )

Per ascoltare le storiche registrazioni di Alfredo Majorano su Internet Culturale cliccare qui

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