Un documentario del 1974 sul tarantismo in Spagna

tarantulaUna delle novità più interessanti venute fuori negli ultimi anni dagli studi sul tarantismo riguarda l’importanza e la diffusione del fenomeno in Spagna, cosa di cui avevamo notizia, anche a partire dagli accenni di Ernesto de Martino nella Terra del rimorso, ma forse non in termini così ampi e strutturati. Questo non solo per quanto riguarda i documenti storici che stanno emergendo da ricerche più approfondite (ne riparleremo presto), ma anche per la sorprendente presenza di tracce vive del rito ancora negli ultimissimi decenni.

Ad esempio, è stato per me abbastanza sconcertante guardare questo documentario del 1974,  La tarántularealizzato da Carlos Serrano per la televisione spagnola, che propone, nella prima parte, una sorta di “inchiesta” sul tarantismo nella località di Sariñena (in provincia di Huesca, nella regione dell’Aragona), che era stata segnalata a suo tempo da Marius Schneider nel suo La danza delle spade e la tarantella (1). Dalle diverse testimonianze riprese nel video, si capisce che la tarántula locale si comporta in maniera abbastanza simile alla sua più nota “parente” pugliese, con due differenze importanti: non sembra avere a che fare con i santi (e questo conferma che la questione dell’innesto del culto di San Paolo come “patrono” dei tarantolati, su cui per varie ragioni tanto ci si è soffermati, riguarda sostanzialmente solo il Salento leccese), e coinvolge principalmente se non esclusivamente gli uomini. Inoltre, per la “cura” degli effetti del suo morso, si ricorre non solo alle tarantelle (come emerge dalla documentazione storica, ad esempio dal fondamentale libro del Cid (2)), ma anche a musiche e danze locali, fra cui in particolare la jota .

E il nostro sorprendente documentario (del 1974!) ci propone proprio una ricostruzione di un caso “classico” di tarantismo, dalla “pizzicatura” di un contadino avvenuta durante il lavoro dei campi, ai malanni conseguenti, fino alla risolutiva seduta di “cura” sulle note della bellissima musica tradizionale del luogo (per voci straordinarie accompagnate da chitarra e mandolino). Gli appassionati del tema noteranno significative similitudini con le documentazioni visive sul tarantismo salentino (ma anche con le ricostruzioni proposte da Edoardo Winspeare nel film Pizzicata). Naturalmente, documenti di questo genere andrebbero sottoposti sempre a vaglio critico, per capire quanto c’è di “vero” e quanto invece di una “fantasia” dei realizzatori più o meno condizionata dai testi storici (e a guardare il video in questione qualche sospetto ci viene, soprattutto per la danza). Comunque sia, il documento rimane di grande interesse.

Per approfondire questi temi, su cui stiamo organizzando un momento di riflessione salentina in giugno, si può consultare, su questo blog, l’articolo di Manuela Adamo, da cui emergono molti dati interessantissimi sulla permanenza del tarantismo anche in tempi molto recenti in quella zona della Spagna, ad esempio che in un’altra località dell’Aragona, a Fraga, fino al 1968 si è celebrata una vera e propria Fiesta de la tarántula!

Il documentario si può visualizzare a questo indirizzo: http://www.rtve.es/alacarta/videos/raices/raices-tarantula/4470562/

(1) Marius SchneiderLa danza de espadas y la tarantela. Ensayo musicológico, etnográfico y arqueológico sobre los ritos medicinales, Barcelona, 1948. Una nuova edizione del volume è stata pubblicata nel 2016 dalla Istituzione Ferdinando il Cattolico in collaborazione con l’Istituto Spagnolo di Etnomusicologia, a cura di Manuela Adamo e Jaime Parra. Del testo ne esistono due edizioni italiane: una edita da Ghibli nel 2014 e un’altra,  del 1999, pubblicata dall’editrice Argo di Lecce, a cura di Pierpaolo De Giorgi.

2) Si tratta di Tarantismo observado en España, con que se prueba el de La Pulla, di Francisco Xavier Cid (ed. or. 1787), recentemente (2018) riproposto per le edizioni della Istituzione Ferdinando il Cattolico in un volume curato da Manuela Adamo e arricchito da saggi di Manuela Adamo e Vania Venneri, Javier Barreiro, Manuel De Carli e Vincenzo Santoro.

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