La Puglia piange per le fosse Ardeatine

Tra i 335 martiri per la libertà uccisi dai fascisti con un colpo alla nuca, il 24 marzo del 1944, quindici erano pugliesi. Un seminario per ricordare una pagina di storia tragica.

Tra i 335 martiri per la libertà che furono uccisi dai fascisti, ciascuno con un colpo alla nuca, alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del 1944, quindici erano pugliesi, tutte figure di grande rilievo nella storia dell’antifascismo e della resistenza italiana. Tra questi, il sacerdote Pietro Pappagallo di Terlizzi, arrestato perché accusato di dare ospitalità agli ebrei, Gioacchino Gesmundo anche lui di Terlizzi, professore di Pietro Ingrao al liceo Visconti di Roma, Nicola Stame di Foggia, cantante lirico, la ’vocé della resistenza nel carcere di ’Regina Coelí, Ugo Baglivo di Alessano, avvocato, alla cui famiglia il fascismo tolse le concessioni per la coltivazione del tabacco nel Salento, Umberto Bucci di Lucera, impiegato, arrestato perché in possesso di una copia di Italia Libera. E l’elenco dovrebbe continuare con i nomi delle altre vittime ciascuno con una storia di libertà alle spalle, «perché il diritto alla memoria sia uguale per tutti».

Vito Antonio Leuzzi, presidente dell’istituto pugliese per la storia dell’antifascismo, ha organizzato il primo seminario pubblico su questo tema, proprio in ocacsione del 62esimo anniversario delle Fosse Ardeatine (24 marzo del 1944). «Recuperare l’identità pugliese all’interno della lotta al fascismo e della resistenza, – ha detto Leuzzi – compiere una riflessione, mai approfondita sino ad ora a livello regionale, raccogliere tutta la documentazione su ciascuna di queste grandi figure, per la maggior parte insignite della medaglia d’oro della resistenza ma soprattutto coinvolgere le comunità locali e le scuole sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere».

All’iniziativa dell’Istituto, sostenuta dalla Presidenza del Consiglio regionale e dall’assessorato regionale alla Cultura, hanno dato la loro adesione l’Anpi di Bari e di Lecce, la Biblioteca comunale di Ostuni, la Cgil di Foggia, la Casa Di Vittorio nella città di Cerignola, la Biblioteca provinciale di Foggia, l’Archivio della Memoria di Barletta, i comuni di Andria e Alessano e la Biblioteca regionale Teca del Mediterraneo. Entro la fine dell’anno sarà pubblicato un volume di raccolta di testimonianze e di documentazione cartacea con schede biografiche delle quindici vittime pugliesi e a breve sarà sottoscritta una convenzione tra la Direzione scolastica regionale e l’assessorato alla cultura della regione Puglia perché, al di là dei momenti celebrativi, questa materia diventi oggetto di studio e di riflessione nelle scuole pugliesi.

«La Puglia deve costruire una memoria solida su questo eccidio – ha detto Leuzzi che ha ricordato poi come sia stato importante – coinvolgere le istituzioni che purtroppo negli anni passati hanno vissuto una situazione di estrema debolezza. L’elenco delle quindici vittime pugliesi – ha quindi concluso Leuzzi – dovrebbe essere letto sempre all’inizio di ogni manifestazione celebrativa perché l’elenco riassume l’identità non solo pugliese ma anche nazionale dell’attività e della lotta al fascismo.

Abbiamo quindi il dovere di ricordarli tutti per evitare la discrasia della memoria».

tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno
pubblicato il 22/03/2006

FacebookTwitterGoogle+WhatsAppGoogle GmailCondividi

Lascia una risposta