L’eco-mostro 275-bis si avvicina
Con la complicità implicita o esplicita di quasi tutti gli amministratori locali, la procedura per la realizzazione del mostro di cemento che incombe sul Capo di Leuca ha fatto un ulteriore passo in avanti.
Ieri (15/3) infatti si è svolta la Conferenza di Servizi convocata a Roma presso il ministero per le Infrastrutture per esprimere i pareri degli Enti Locali e delle altre amministrazioni coinvolte sul progetto dell’”ammodernamento” della Strada Statale 275 Maglie-Leuca. L’occasione è stata importante, non tanto perché si potesse decidere veramente qualcosa di significativo (la nefasta legge Obiettivo prevede che questi pareri siano meramente “consultivi”), ma soprattutto perché, finalmente, dopo tante parole al vento e tante illazioni, tutte le carte si sono dovute scoprire, e ognuno ha dovuto assumersi le propie responsabilità in una sede ufficiale.
In sintesi, la situazione è questa.
Innanzitutto, per completare l’opera mancano i soldi. Per ora ci sono solo 165 mln di euro, ce ne vorrebbero almeno un 50% in più. Quindi già incombe il rischio della solita soluzione all’italiana, di cominciare una mega-opera sovradimensionata, che poi a un certo punto si dovrà bloccare chissà fino a quando.
In secondo luogo, i Sindaci, con due eccezioni, sono tutti d’accordo. Erano presenti rappresentanti di: Melpignano, Maglie, Muro Leccese, Scorrano, Botrugno, San Cassiano, Nociglia, Surano – che hanno minori difficoltà, perché nel loro territorio si tratta di allargare la strada esistente – e poi invece quelli interessati dalla “variante” spaccatutto: Montesano, Andrano, Tricase, Alessano, Corsano, Gagliano del Capo, Castrignano. Quasi tutti hanno chiesto piccole modifiche e adattamenti al tracciato, oppure “compensazioni” (cioè regalìe), che più o meno gli sono state accordate dall’Anas, e si sono allineati. Come dire: sul cemento le posizioni sono bi-partizan. Ai progettisti e agli appaltatori brillavano gli occhi, non si tenevano dalla contentezza.
Da questo partito unico si sono differenziati i rappresentanti di Alessano e Tricase.
Luigi Nicolardi, Sindaco di Alessano, è stato quello che ha espresso l’opposizione più radicale all’opera, tanto da indispettire il rappresentante del Ministero (che gli ha rinfacciato una precedente delibera della sua Giunta che aveva espresso parere favorevole…). Ha criticato il “modello di sviluppo” basato sulla velocità e sulle grandi opere, evidenziando i danni che questa opera farà sul territorio e sui suoi “pregi”, ha proposto alternative di buon senso, “eco-compatibili”. Non è stato molto ascoltato. Anzi, è stato quasi deriso.
Antonio Coppola, Sindaco di Tricase, ha criticato l’opera, pur non contrastandola del tutto. Secondo lui, visto anche che i soldi non bastano, la strada si dovrebbe fermare alla Zona Industriale di Tricase (cioè circa un paio di km dopo lo svincolo per Montesano).
Posizione singolare quella dei rappresentanti di Gagliano del Capo e di Castrignano, che hanno evidenziato – anche con toni aspri – molte “criticità” dell’opera e il suo fortissimo impatto sul territorio, ma alla fine hanno comunque dato parere favorevole.
Poi è intervenuto l’assessore provinciale Scognamiglio, che ha espresso un parere quantomeno bizantino: in sostanza si è dichiarato d’accordo con il Sindaco di Tricase, anche se, a suo dire, “il progetto va comunque approvato così com’è”. Alla faccia della coerenza!
In questo mortificante circo barnum, non si è presentato alla riunione – incredibilmente – l’unico ente che avrebbe una reale capacità di modificare le scelte fatte finora: la Regione Puglia. Il progetto della 275-bis nasce infatti in base a un Accordo tra la Regione e il Governo (all’epoca di Fitto), per cui il finanziamento è a totale carico regionale, mentre il Governo, attraverso l’inserimento dell’opera tra quelle previste dalla legge Obiettivo, garantisce un iter semplificato e accelerato. Finora la regione Puglia (gestione Vendola) non ha chiesto modifiche di quell’Accordo (come avrebbe potuto tranquillamente fare, l’ha ribadito ieri il rappresentante del Ministero), ma si è limitata, con lettera firmata da Vendola, a “suggerire” che: i soldi non bastano; che sarebbe meglio perciò dividere il progetto in due lotti e appaltare il primo – fino a Montesano; che sulla seconda parte del tracciato occorre ascoltare gli Enti Locali. Nessun appunto però è stato fatto nel merito del progetto (e in particolare sulla seconda parte, che causerebbe lo scempio totale del territorio del Capo). Per queste ragioni si continua con l’iter precedentemente avviato, con il rischio concreto che una procedura del genere non possa più essere fermata.
Quindi l’assenza – senza spiegazioni – della Regione nella riunione della Conferenza di ieri, che ha così abbandonato a se stessi e fortemente indebolito gli amministratori locali “critici”, appare incomprensibile e irresponsabile, se non addirittura pilatesca: non mi presento, non prendo posizione, intanto le cose procedono – sempre più inesorabili – ma nessuno può dirmi nulla. Semplicemente sconcertante!
Durante la campagna elettorale delle regionali, molti politici del centrosinistra, a cominciare da Vendola, avevano espresso forti riserve verso il progetto-scempio. Oggi dobbiamo a malincuore prendere atto che gli atti concreti non sono coerenti con quelle affermazioni, che forse erano solo un modo per blandire i movimenti ambientalisti e i cittadini indignati.
Intanto la colata di cemento che incombe sul Capo di Leuca si avvicina sempre più. Povero Salento, in che mani sei finito.