Tundo si preoccupa: la pizzica? Ormai roba da no global

L’esponente di Alleanza Nazionale mette in guardia dalla frequentazione di “fricchettoni, anarchici, libertari, punkbestia e no global” alle feste popolari. E si allarma anche perché in occasione si vendono libri con i discorsi di Nichi Vendola, Presidente della Regione

“La riscoperta delle tradizioni popolari con in primo luogo i ritmi della pizzica, ha sollecitato un mondo giovanile antagonista che vuole riappropiarsene, dopo decenni di ubriacatura interclassista ed internazionalista”.

E’ quello che denuncia Roberto Tundo, dirigente nazionale di An, il quale mette in guardia che “Accanto a queste manifestazioni – riferendosi nello specifico al festival estivo di Pizzica ad Alessano – ‘~ aggirino con il loro armamentario no global, punkabbestia, anarchici, fricchettom, libertari eccetera, eccetera”

Comunque, non vuole fare “di tutta l’erba un fascio” (“materia – ironizza -.su cui aveva una certa esperienza”, ironizza), ma coniuga la “denuncia” della presenza di tali individui con un altro episodio accaduto ad Alessano.

‘Nuvole di fumo intorno alla pizzica”, così si esprime il dirigente riferendosi non solo alla presenza dei giovani, ma anche all’allestimento autorizzato, durante il festival estivo di pizzica di Alessano, di una bancarella “che diffondeva dei libri con i discorsi di Vendola, e con tutta una serie di istruzioni per l’uso, la coltivazione ed i benefici che possono derivare dalla marijuiana e dalle altre cosi dette droghe leggere”.

Roberto Tundo, e altri presenti si sono chiesti “cosa c’entrasse l’apologia di quelle droghe con la pizzica”. Qualcuno si è scandalizzato, ma naturalmente non si è fatto nulla. Il messaggio di Tundo, riguarda l’incongruenza tra le campagne di sensibilizzazione e prevenzione verso il mondo giovanile, dato che “le droghe si vincono agendo sulla cultura delle giovani generazioni” e la presenza di libri come “La marijuana fa bene, Fini no” nelle librerie leccesi oppure in certi posti dove l’unica cultura che gira è proprio quella che stimola l’uso delle sostanze.

A suo parere, con tutto il rispetto per le culture e sub-culture, “c’e motivo per essere preoccupati”.

tratto da Paese Nuovo
pubblicato il 14/08/2005

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