di Luca Ferrari
da www.lucaferrari.net, 17/10/2005
Sull’ultimo numero di “Viaggi” (il 305 del 15 settembre 2005), copertina e pezzo principale dedicati al Salento, filtrato dalle parole del regista Winspeare, autore di risibili operine barocche diventate incomprensibilmente oggetto di culto (“Pizzicata”, “Sangue Vivo”, “Il Miracolo”).
Winspeare, austriaco di nascita, residente da anni nelle vicinanze di Tricase, descrive un Salento mitico, oleografico, distante dalla realtà di una terra a rischio di saccheggio economico e culturale, ostaggio negli ultimi anni di un’aggressiva e invasiva moda turistica di massa che, pur gonfiando l’economia locale, ha spinto molte amministrazioni a forzare uno sviluppo gravemente lesivo del territorio e dell’identità sociale…
Nel Salento altrove raccontato con spietata lucidità e passione dal gruppo Aramirè (cfr. nel sito www.aramire.it in particolare il blog), epifenomeno la famigerata “Notte della Taranta”, diventata un grottesco carrozzone per vacanzieri in cui, anche quest’anno, è stato possibile assistere a spettacoli mediocri, di dubbio gusto, mal organizzati, confusivi e ambigui nel giustapporre esperienze che nulla avevano in comune (Van de Sfroos, De Gregori, Pelù…) con la storia e le tradizioni autentiche del territorio, con l’alibi retorico e furbesco della ‘contaminazione’ e dell”incontro fra culture’. Dopo ben quattro edizioni della kermesse, unico effetto reale l’omologazione di suoni in un’unica melassa indistinta che incoraggia il fiorire di gruppi per lo più giovani privi di conoscenze e dalle scarse capacità. Si batterà di più il piede, si venderanno più tamburelli, andrà a ruba tutta la paccottiglia consacrata all’iconografia della tarantola… Sufficiente a giustificare una “rinascita”, addirittura un “rinascimento” culturale?
“(…) Questa rinascita culturale in particolare per la musica”, riflette ispirato Winspeare, “ha molto contribuito a rendere il Salento popolare fra i giovani diventando anche meta ambita di una raffinata élite internazionale in cerca dell’ultimo luogo autentico”…
Chiedete a Uccio Aloisi cos’è il Salento oggi, o a Roberto Raheli (Aramirè). Chiedete a Vincenzo Santoro (www.vincenzosantoro.it) che faccia sta assumendo quest'”ultimo luogo autentico”. O al movimento di opinione “Più Salento Meno Cemento” (http://www.pizzicata.it).
Oppure lasciate la costa e avventuratevi nell’entroterra, per gli innumerevoli paesi immersi nella campagna, descritti enfaticamente da Winspeare, e affidatevi ai vostri sensi: tra filari di ulivi e ‘pajari’ troverete piccole grandi discariche abusive, strade sconnesse, assenza di infrastrutture, proliferare di ipermercati…
Al ritmo della “taranta orchestrale” (!!!) di Ambrogio Sparagna, però, potrebbe addirittura sembrarvi di essere in un altro mondo…