La musica delle minoranze

Suoni di minoranza
Le culture musicali delle minoranze linguistiche italiane
Vaccarizzo Albanese (CS), 3-20 agosto

MANIFESTO_02Ai circa 3 milioni di italiani che parlano un idioma diverso (greci, ladini, catalani, albanesi, franco provenzali, croati, grecanici, occitani, germanofoni, friulani e sardi) è dedicato il festival Suoni di minoranza. Le culture musicali delle minoranze linguistiche italiane che, promosso dall’associazione Altrosud d’intesa con il comune di Vaccarizzo Albanese e con un ragguardevole parterre istituzionale (A.N.C.I., Comunità Europea, Regione Calabria e Provincia di Cosenza), si candida a diventare un appuntamento irrinunciabile per approfondire la conoscenza di queste comunità, giunte nella penisola a seguito di remote vicende storiche. Per la prima edizione, che sarà conclusa a Roma con una giornata inserita nel cartellone della nuova edizione di Ottobre piovono libri, il festival intende esplorare in particolare le espressioni musicali delle minoranze presenti nel mezzogiorno, in modo da offrire al pubblico, attraverso l’originale formula della lezione-concerto, un’introduzione a mondi “esotici” ma vicini.
Si inizia il 3 agosto, alle ore 21,30, presso l’Anfiteatro, con gli Onnigaza che, fondati dall’etnomusicologo Marcello Marras, proporranno il repertorio tipico della comunità di Ghilarza (Oristano) per allargarsi, con il suonatore di launeddas Paolo Mallus, alla produzione musicale di altre aree della Sardegna, nel succedersi di organetto diatonico, armonica a bocca e trunfa, combinati ad altri strumenti scomparsi o caduti in disuso come s’affuente, benas, tumbarineddu e pipiolu.
Il 7 agosto saranno invece di scena Cataldo Perri e Carmine Abate con il loro ormai collaudato reading in musica de La festa del ritorno che, con le musiche dell’artista di Cariati e la viva voce del grande romanziere arbëresh, delinea un suggestivo affresco sull’emigrazione italiana, in mirabile equilibrio tra musica e letteratura.
Il 10 e l’11 agosto, con la XXVI Sagra del Costume arbëresh, il centro storico di Vaccarizzo sarà invaso dai suoni, colori e sapori delle diverse comunità albanofone d’Italia, con artisti, musicisti e produttori provenienti dalla Sicilia, Molise, Puglia, Campania, Basilicata e Calabria, in una rappresentazione corale e possente dell’Arberia di casa nostra.
Il 17 agosto con i Viesh, introdotti dall’etnomusicologo Nicola Scaldaferri, risuoneranno antiche polifonie vocali, sia religiose che profane, accanto a forme di canto più recenti, per surdulina e chitarra, da San Costantino Albanese (PZ), un paese dell’area del Pollino, che ha ancora viva la propria eredità culturale, in particolare per quanto riguarda le espressioni musicali.
Il 19 agosto, introdotti da Vincenzo Santoro, responsabile cultura A.N.C.I., è il turno di Foné àzze choma che, grazie a tre eccezionali vocaliste, con canti alla stisa, canti di lavoro, stornelli e canzoni d’amore offriranno un’occasione irripetibile per apprezzare l’intensità della polivocalità della musica tradizionale della Grecìa salentina.
Il 20 agosto con Tragudìa ‘sti scenìa, introdotti da Tito Squillaci, un’eterogenea compagnia di giovani ed anziani suonatori, grecofoni e paragrecofoni dell’estremo lembo meridionale della Calabria, intesseranno una conversazione a più voci e strumenti (zampogne, lira, chitarre battenti e a la francisi, tamburelli, flauti, parrasia ed organetto) sulla grecità e lo stato attuale dei suoni antichi.
Un’ulteriore occasione per approfondire la conoscenza dell’area grecanica, è offerta dalla mostra fotografica di Chiara Cravero, Zampogne in Aspromonte che, aperta il 30 agosto, ritrae suonatori e costruttori ancora in attività colti nel corso di una lunga ricerca sul campo.

Info: www.squilibri.it; info@squilibri.it

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