Giovanna Marini canta Matteo Salvatore

GiovannMarini-MatteoSalvatore

Edizioni Nota 2019, Booklet + 1 CD – 32 pagine, €15,00

Introduzione di Vincenzo Santoro*

Degli artisti emersi dalla lunga e complessa stagione del folk revival italiano degli anni sessanta-settanta, Matteo Salvatore è stato fra quelli che hanno raggiunto i vertici qualitativi più elevati. Nell’ambito di una produzione bulimica, compulsiva e molto diseguale (e difficile anche solo da ricostruire), le sue venti canzoni maggiormente significative, sono sicuramente fra le più straordinarie composizioni italiane del dopoguerra.

Queste ballate intense e dolenti traggono origine dalla tradizione pugliese (e non solo), ma sono reinterpretate e adattate da Salvatore secondo il suo personalissimo stile, in un procedimento che unisce le modalità tipiche dell’oralità con le esigenze della produzione discografica, dando così vita a “canzoni” affascinanti e indimenticabili. Il musicista di Apricena ha saputo rappresentare come nessun altro la sofferenza e la desolazione della vita dei contadini e dei braccianti del Sud, sottoposti a condizioni di sfruttamento disumano, con lo sguardo dall’interno, di chi quelle cose le ha vissute sulla propria pelle.

A quel corpus favoloso si sono ispirati negli ultimi anni molti artisti (per citarne solo alcuni, Daniele Sepe, Vinicio Capossela, Massimo Ferrante, Teresa De Sio, Andrea Satta, Eugenio Bennato), che ne hanno dato interpretazioni varie e diversamente riuscite, ma sempre improntate alla celebrazione della grandezza del “cantante popolare” di Apricena, intorno alla cui figura continua a rimanere un alone di leggenda e un grande interesse.

Anche Giovanna Marini, in questo splendido lavoro, riprende in gran parte quel repertorio, senza evitare incursioni nel Matteo Salvatore più “spiritoso” e forse dozzinale, che riesce sempre a interpretare con grande rispetto e con la necessaria ironia. Ai canti si alternano – senza soluzione di continuità, come se si trattasse di una registrazione in presa diretta di uno spettacolo, con tutti i difetti e la spontaneità del caso – alcune illuminanti affabulazioni riguardanti la biografia del nostro: l’infanzia poverissima nelle desolate terre del Gargano, l’apprendistato musicale con il suo maestro violinista cieco, il mitico Vincenzo Pizzicoli, la “scoperta” da parte del regista De Santis, i primi successi, le sempre più frequenti apparizioni televisive, la difficile relazione con la compagna Adriana Doriani, a cui era legato da un rapporto morboso e sempre più violento, l’episodio del Cantagiro, in cui venne sonoramente fischiato da un pubblico che non si riconosceva nelle sue canzoni, fino all’orribile omicidio della Doriani, prima di un concerto a San Marino, il 26 agosto 1973.

La tesi di fondo di questi racconti, costruiti – in maniera un po’ romanzata, ma ci sta – sui ricordi personali degli innumerevoli incontri avuti con Salvatore, che la Marini frequenta assiduamente dalla metà degli anni sessanta, è che il cantore di Apricena sia stato in qualche modo vittima del suo stesso successo nello scintillante mondo dello spettacolo, in particolare televisivo; un mondo che però non lo accettò mai veramente, per la sua evidente “diversità”. Una tesi suggestiva, che però riesce solo in parte a spiegare il gesto estremo ed efferato che costituì il culmine della “follia” di Matteo Salvatore.

Negli episodi descritti dalla Marini emerge un altro aspetto importante, che ci illumina sulle dinamiche di quegli anni: il legame di Matteo Salvatore, “portatore” eccelso di culturale popolare, col circuito del folk revival più politicizzato, con gli artisti e la intellighenzia di sinistra che ne faceva parte. In particolare, è interessante notare come a spingerlo verso un repertorio più “impegnato” siano state proprio le insistenze di alcuni esponenti di questo mondo, mentre la sua indole di “intrattenitore” e forse anche le esigenze televisive lo facevano propendere verso la sua produzione più leggera e disimpegnata.

Giovanna canta Matteo è dunque un disco intenso e importante, che restituisce, con uno sguardo delicato e un’interpretazione ricca di poesia e di pathos, la complessa e controversa figura di un grandissimo artista, ma che rappresenta anche un documento significativo di un momento di notevole interesse della storia culturale italiana.

*testo introduttivo del booklet

L’opera si può acquistare sul sito dell’editore Nota (cliccare qui )

 

 

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