In una rara immagine di “san Paolo dei serpenti” le tracce dei “ciaraule” sui Mont Dauni

Digitalizzato_20231228 (4)_page-0001Oggi secondo la tradizione cristiana ricorre il giorno della “chiamata” di san Paolo. Seguendo la celebre narrazione degli Atti degli Apostoli, intorno a mezzogiorno, sulla via che conduce a Damasco, Saulo fa un incontro che gli cambia la vita: una luce più sfolgorante del sole appare nel cielo, viene scaraventato a terra e nello stesso tempo ode la voce del Signore che gli chiede: Saulo Saulo, perché mi perseguiti?

L’evento della conversione di quello che diventerà san Paolo, in simbiosi con l’episodio della sua miracolosa sopravvivenza al morso di una vipera a Malta , ha generato nel corso dei secoli nella tradizione popolare anche una singolare credenza, secondo cui l’Apostolo avrebbe accordato la sua protezione a personaggi “speciali”, nati appunto nella “notte di san Paolo”, concedendogli delle tecniche magico-protettive e incantatorie contro i serpenti e altri animali velenosi (in particolare scorpioni e ragni).

Questi personaggi, singolari figure di guaritori, indovini e incantatori, erano indicati con vari nomi: cirauli, ceravoli, ciaralli, ciarmari, ciarmatori e ceraldi, serpari, sanpaolari (termine che però sarebbe più recente degli altri). Erano diffusi in particolare in Sicilia (dove si trovano le prime attestazioni nel secolo XV), Calabria, Puglia e altre regioni meridionali, ma se ne trovano ampie tracce nel corso dei secoli anche nel resto d’Italia (con una singolare accentuazione in Umbria) e non solo.

Questa tradizione ha generato anche una serie interessante di testimonianze iconografiche che, in riferimento al santo, differiscono dall’immagine che lo mostra sulla via per Damasco al momento della conversione, folgorato e atterrito dal messaggio divino, oppure dotato degli attributi del libro e della spada: in casi eccezionali e in aree particolari infatti l’Apostolo è rappresentato in associazione agli “animali di san Paolo”, in una sorta di “bestiario de venenis” .

Oltre a diverse testimonianze in dipinti e sculture anche di pregio che possiamo ritrovare in vari luoghi e in varie epoche, tali immagini appaiono anche in ambiti più “popolari”, come testimonia il foglio a stampa, appartenuto a “Paolo Totilo fu Angelo”, ciaraulo originario di Panni – paese situato sui Monti Dauni – ma vissuto a lungo a Foggia e venuto a mancare da pochi mesi, che secondo la tradizione del luogo “veniva chiamato a prendere i serpenti” (ringrazio Giovanni Rainone per avermi fornito queste informazioni). IL prezioso documento, che presenta san Paolo con in mano spada e serpente e con ai piedi un fuoco in cui ardono alcuni rettili (richiamo al citato “episodio di Malta”), conserva anche il luogo di produzione: la Litografia Francesco Rinaldini presso San Biagio dei Librai a Napoli (attiva a metà dell’800)

Di questi temi tratterà un mio saggio compreso in un libro che verrà pubblicato in primavera dall’editore Itinerarti.

 

 

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