Alle origini della pizzica

Tutti coloro che si interessano oggi di tarantismo salentino definiscono “mitica” la spedizione dell’estate del 1959, durante la quale in soli venti giorni l’etnologo Ernesto De MArtino e l’etnomusicologo Diego Carpitella raccolsero i materiali da cui sarebbe nato il classico dell’etnologia meridionale, “Le terre del rimorso”. La prima edizione del volume (1961) aveva un disco in vinile allegato – oggi divenuto reliquia introvabile -con alcuni esempi delle centinaia di registrazioni effettuate con le apparecchiature Rai da Carpitella. Da quei brani, ristampati e riarrangiati in mille modi, si può dire sia nato quel recupero vivo di una tradizione che gli studiosi definirono ormai estinta mezzo secolo fa e che ha portato a fenomeni come la “neo-pizzica”. Nel fiorire di iniziative spettacolari e solo in parte scientifiche di questi anni, si è sempre distinto per correttezza e profondità Maurizio Agamennone, tra i più stimati etnomusicologi italiani che per anni ha insegnato all’Università di Lecce. Questo libro, promosso ancora da questo dinamico comune pugliese, questa volta insieme all’Accademia di Santa Cecilia di Roma, rappresenta il miglior contributo apparso in tutti questi decenni sul fenomeno divulgato da De Martino e Carpitella, poichè riporta in due cd allegati una sessantina di brani registrati nel Salento da Carpitella, totalmente inediti, relativi alle registrazioni in Puglia del 1959-1960 ed in più ne trascrive i testi originali, accompagnandoli con traduzioni italiane, fotografie dello stesso Carpitella, e una introduzione che sintetizza il valore di questi documenti inserendoli in mezzo secolo di studi etnomusicologici. Personaggi come la tamburellista Tora Marzo o il violinista-barbiere Luigi Stifani rivivono nel loro giusto contesto, che finalmente riporta il fenomeno del tarantismo alla sua essenza di antico rito mediterraneo coreutico-musicale di opposizione all’infelicità dell’esistenza.

tratto da la Repubblica – Bari
di Dinko Fabris
pubblicato il 26/04/2005

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