Sabato 8 marzo alle 21, al teatro dei Dioscuri di Roma verrà presentato lo spettacolo:
Memorie della terra
Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento
Testi di Vincenzo Santoro; voci narranti: Vincenzo Santoro e Anna Cinzia Villani; canti eseguiti da: Daniele Girasoli (voce, tamburello, cucchiai, armonica a bocca), Maria Mazzotta (voce, tamburello, cupa cupa), Enrico Noviello (voce, tamburello, chitarra battente), Anna Cinzia Villani (voce, organetto diatonico, armonica a bocca, tamburello)
15 maggio 1935. A Tricase, cittadina dell’estremo lembo meridionale del Salento, le operaie tabacchine scendono in piazza per protestare contro la volontà degli esponenti locali del Regime fascista di trasferire in un altro luogo il “Consorzio”, lo stabilimento dove si lavorava il tabacco, eliminando così di colpo centinaia di posti di lavoro. La manifestazione presto degenera in un vero e proprio assalto al Municipio, che la forza pubblica respinge sparando sulla folla. Alla fine degli scontri, il bilancio di questa tragica vicenda sarà di cinque morti e diverse decine di feriti, e in seguito – anche per la dura repressione condotta dal Regime – una cappa di silenzio calerà su quella che Giuseppe Di Vittorio definirà “la rivolta di Tricase”.
Di questa e di altre storie tratta lo spettacolo Memorie della terra, in cui musica e racconto orale si intrecciano in un viaggio nella memoria del lavoro agricolo nel Salento della prima metà del novecento, il periodo storico che vide i lavoratori della terra reagire alle condizioni di odioso sfruttamento con una grande stagione di lotte politiche e sociali, culminate negli scioperi delle operaie tabacchine e nell’occupazione delle terre del feudo d’Arneo.
Nel corso dello spettacolo, la lettura di alcuni racconti – tratti da una ricerca condotta a partire dalle testimonianze orali dei protagonisti – viene affiancata dall’esecuzione di canti tradizionali di argomento “politico e sociale”, che in molti casi contengono espliciti riferimenti alle vicende narrate (tra gi altri: Lu sule calau calau, Fimmene fimmene, La tabbaccara, Madonna mia ce sta succede, Le tabbacchine di Aradeo, Maledettu lu Cinquanta, Scusati amici cari, Il canto dell’Arneo). Altri canti accompagnano lo svolgimento dello spettacolo: La cupa cupa vene de Pisticcia e La masseria Stranese sono la “colonna sonora” dei lavori stagionali in Lucania, il lamento funebre ricorda i morti di Tricase, Canaja canaja e La Ceserina sono canti del carcere.
Ne emerge un racconto avvincente di una stagione fondamentale per l’emancipazione delle plebi meridionali e per l’affermazione dei diritti civili e sociali nel nostro paese, vista “dal basso”, dalla narrazione viva dei protagonisti.
I volumi da cui sono tratti i racconti:
Il Salento Levantino. Memoria e racconto del tabacco a Tricase e in Terra d’Otranto, a cura di Vincenzo Santoro e Sergio Torsello, Edizioni Aramirè 2005
Una memoria interrotta. Lotte contadine e nascita della democrazia. Il Salento 1944-1951, di Grazia Prontera, Edizioni Aramirè 2004
Infine sono utilizzate per lo spettacolo alcune cronache di Vittorio Bodini sull’occupazione delle terre d’Arneo, tratte da Barocco del sud, Besa editore, Nardò 2004
Il teatro dei Dioscuri è in via Piacenza 1, vicino al Quirinale, proprio dietro il Palazzo delle Esposizioni
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Istituto per il libro del Ministero per i beni e le attività culturali
Ingresso gratuito
Info: 06-44340148, info@squilibri.it, www.squilibri.it
Cliccando qui si può vedere un video tratto da youtube.