di Pierpaolo Spada, da Il Paese Nuovo del 23 maggio 2010
Flop sul palco, dentro e fuori il festival dell’Energia. Soprattutto se per convincere la gente ad aprire le orecchi per ascoltare quanto conveniente sia il nucleare si utilizza pure la pizzica. Il Salento fischia sonoramente. Gli organizzatori ci hanno provato, ma l’esperimento di fusione ‘pizzica nucleare’ ha dato esito negatiivo. La gente non balla, ma, per fortuna, reagisce. Come quei relatori pugliesi invitati al festival che, dissentendo dalla spinta nucleare che da corpo al festival, hanno indossato mascherina, impugnato bandiera, e si sono recati sotto il palco con gli ambientalisti per protestare: contro il nucleare e contro l’invasione selvaggia di impianti per la produzione di energie rinnovabili.
Bastava affacciarsi qualche minuto in piazza Sant’Oronzo, ieri sera, per verificare quanto silenzioso il concerto di Ambrogio Sparagna, ex maestro dell’orchestra della Notte della Taranta, si sia rivelato alle orecchie dei più. Pochissima gente vicino al mega palco allestito di fronte a numerosi banchetti informativi del festival. A margine, ma nemmeno tanto, un folto gruppo di cittadini per nulla decisi a far transitare da Lecce indisturbatamente il clou del mondo dell’energia impegnato da giorni in un’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su uno dei temi che la Puglia ha respinto a priori. Il nucleare. Lo sa bene il presidente della Regione, Nichi Vendola, che grazie a questa sua presa di posizione ha ottenuto in termini di voti un contributo non indifferente da tutti coloro che anche prima di lui la pensavano allo stesso modo. E infatti, la Regione davanti ai pressanti tentativi di parlare di nucleare è salita in cattedra è lo ha ribadito forte, per voce della vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico, Loredana Capone. Ma non basta. Il giorno dopo si è ripreso tranquillamente a parlare. La forte concentrazione mediatica intorno all’evento sta oltretutto creando una cassa di risonanza realmente incisiva, e di fronte alle cui onde difficilmente ci si riesce a sottrarre. Tv, radio, giornali. Per mettere in disparte chi dissente, si è pensato addirittura di etichettare il volto di chi dice “no”, non senza esprimere rilevanti discriminanti che, come dicevamo ieri, confondono sul contenuto stesso di ciò di cui si sta parlando. A chi non piace il nucleare? Si leggeva ieri mattina: poveri, anziani, donne e giovani. Restava da disegnare un manifesto con i volti e il dito puntato, all’esatto opposto di come dovrebbe avvenire con le centrali nucleari. E invece, anche i poveri tornano alla ribalta, se da difendere c’è il nucleare. Sono loro i colpevoli del ritardo sul nucleare, come i giovani e le donne. Così si sta rifilando il nucleare alle persone. Mettendole sui giornali e attribuendo loro tutta la responsabilità di un ritardo che, dicono, ora si può solo recuperare col nucleare. Roba da Festival, appunto. Roba da strategie sottili e spigolose che mirano dritte a filtrare nella testa delle persone concetti rispetto ai quali si è fatto un grande passo avanti. Come lo si è fatto certamente per il rinnovabile, puramente inteso: eolico, fotovoltaico e biomasse. Ma in questo, caso, l’accusa che le associazioni rivolgono anche alla Regione è di aver concesso autorizzazioni oltre il dovuto.
Nessuno attacca a priori il valore del rinnovabile. Anzi, più di quanto atteso, apprezzamento ha suscitato l’intervento ieri dall’amministratore delegato di Italgest, paride De Masi che ha elogiato le politiche regionali e messo sul tavolo un po’ di numeri, tutti ovviamente a supporto alla Green Economy: “Negli ultimi cinque anni in Puglia sono stati investiti quasi 565 mld di euro, destinati soprattutto all’innovazione alla ricerca capaci di creare nuova occupazione. E almeno altri 5 ne saranno investiti nei prossimi 5 anni. Ad oggi sono stati creati più di 30mila posti di lavoro”. La Puglia è prima sia per eolico che per fotovoltaico: 1200 mega watt installate nel primo caso, più di 200 nel secondo.
per vedere il video della contestazione alla “Taranta d’amore” (sic) di Sparagna & co cliccare qui