Una taranta per salvare l’arte italiana

Domenica a Roma da una notte di note i fondi per i restauri

di Marinella Venegoni

da La Stampa del 23 settembre 2010piccininnoLa settima edizione delle «Giornate dell’Arte», in corso in questi giorni, mette in moto i più bei cervelli dell’arte contemporanea italiana, che donano loro opere, destinate ad aste il cui ricavato consentirà di promuovere almeno dieci interventi su altri beni culturali a rischio del nostro patrimonio culturale, individuati dal Comitato scientifico della Fondazione CittàItalia di cui è presidente Alain Elkann. In questi anni, un patrimonio ricchissimo è tornato a vivere grazie al lavoro certosino di ricerca della Fondazione, che si estende su tutto il territorio.

Per sensibilizzare i più giovani a questa scoperta e attività nel nostro Paese (che resta un miracoloso museo a cielo aperto anche in mezzo a mille problemi), ora la Fondazione CittàItalia ha deciso di aprire alla musica popolare, senz’altro il medium più diretto per entrare nelle loro passioni. E organizza per domenica prossima, a Roma, una grande Festa della taranta che chiuderà le Giornate dell’Arte al teatro Alpheus alle 21, con prevendite sul circuito Greenticket (il biglietto costa soltanto 15 euro).

La scelta della taranta non è casuale: si tratta di uno dei riti e dei ritmi che hanno affascinato le generazioni più recenti, finendo per contaminare anche artisti di tutt’altre culture, come i gipsy Gogol Bordello che hanno collaborato con Madonna. Poiché è la Puglia il cuore dell’arte della taranta, da lì arriveranno i performer, con il patrocinio della Fondazione Notte della Taranta e dell’Associazione Culturale Carpino Folk Festival: ci saranno i Malicanti, fra tarantelle e la pizzica-tarantata che veniva usata nei rituali per curare il morso della taranta, i Mascarimirì con la loro polifonia tradizionale maschile e femminile, il Canzoniere Grecanico Salentino e i Cantori di Carpino guidati dal novantaquattrenne Antonio Piccininno.

Davvero una edizione staccata della leggendaria Notte della taranta salentina, che a ogni agosto convoglia fino a 100 mila persone nelle piazze dei borghi antichi a ballare fino all’alba.

Con i proventi della serata verrà restaurato il dipinto murale «San Paolo dei Serpenti» che si trova nella Chiesa di Santa Maria di Vereto a Patù, in provincia di Lecce, nel Capo di Leuca. Un affresco importante perché conserva una delle più antiche rappresentazioni di san Paolo nell’iconografia popolaresca, che si riferisce alle capacità del santo di curare gli effetti velenosi dei morsi di serpenti e scorpioni e altri animali.

Seguiranno, sempre con lo stesso fine e a cura della Fondazione CittàItalia, manifestazioni musicali analoghe nei prossimi mesi: e le star che aderiranno all’iniziativa potranno scegliere un dipinto o un’opera a loro cara, nel loro territorio, che versi in condizioni precarie, da restaurare. È appena il caso di aggiungere che gli esponenti di maggior rilievo del pop nostrano in questo periodo di vacche magre paiono un po’ pigri quando si tratta di mettersi a disposizione delle buone cause, anche delle più nobili.

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