di Viviana Leo
da Qui Salento, febbraio 2011Nasce da uno spettacolo teatrale il libro più cd edito da Squilibri Memorie della terra. Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento, un racconto a più voci di esperienze e vissuti che hanno come comune denominatore storie intrecciate alle foglie di tabacco, alle campagne, ai braccianti, alla fatica, ai soprusi, per un percorso che si articola tra lettura e canto, tra parola e musica. I testi, elaborati da interviste rilasciate da protagonisti di prima mano, narrano vari momenti di una storia sociale che avvicina la lente di ingrandimento su episodi come la “Rivolta di Tricase” del 1935, momento in cui centinaia di lavoratori del tabacco rischiavano di perdere il loro posto per la chiusura dello stabilimento (episodio ahimè ancora così attuale) le lotte operaie del dopoguerra in cui si registrò la forte presenza femminile delle tabacchine, fino alla tristemente nota occupazione dell’Arneo degli anni ’50, quando i poliziotti “fecero a pezzi le biciclette” dei braccianti che lottarono “per avere un pezzetto proprio di terra”, come racconta il poeta Vittorio Bodini, autore di alcuni stralci presi in prestito da “Memorie della terra”. Un “montaggio”, come lo definisce lo stesso curatore dell’opera Vincenzo Santoro, dei contenuti narrati da chi c’era e che fanno breccia nelle storie personali di sofferenza, disperazione, sottomissione, mostrando i lati di una terra madre e matrigna.
Il doppio cono ottico di “Memorie della terra” offre uno sguardo anche ad una particolare frangia della tradizione salentina, quella dei canti di lavoro e di lotta che si tingono dei colori della contestazione politica e sociale. L’apparato musicale dello spettacolo, tratto per la maggior parte da testimonianze già edite, ma rielaborato secondo gli stilemi della tradizione autoctona, contempla brani come Lu sule calau calau, Fimmene fimmene, La tabbaccara, La Ceserina, resi decisamente celebri dai microfoni della riproposta; ma anche canti sull’emigrazione stagionale come Masseria Stanese e La cupa cupa vene de Pisticcia; il canto del carcere Canaja Canaja; un pezzo probabilmente usato nella campagne elettorali come Madonna mia ce sta succede; e ancora Le tabacchine di Aradeo e Canto dell’Arneo. Presta la sua voce alle letture e al canto Anna Cinzia Villani, autrice di diversi intrecci tra strofe e melodie, animati e accompagnati da un ensemble composto da Maria Mazzotta, Daniele Girasoli ed Enrico Novello.