Una geografia “commossa” dell’Italia interna

Vincenzo Santoro

da Anci Rivista, settembre-ottobre 2013

geocomm“La paesologia è una via di mezzo tra l’etnologia e la poesia. Non è una scienza umana, è una scienza arresa, utile a restare inermi, immaturi. La paesologia non è altro che il passare del mio corpo nel paesaggio e il passare del paesaggio nel mio corpo. È una disciplina fondata sulla terra e sulla carne. È semplicemente la scrittura che viene dopo aver bagnato il corpo nella luce di un luogo.”

Così la “disciplina” della paesologia è descritta dal suo fondatore e “guru” Franco Arminio, scrittore e poeta – ma anche giornalista, blogger (animatore di http://comunitaprovvisorie.wordpress.com ), viaggiatore e organizzatore di cultura – originario di Bisaccia, paese dell’“Irpinia d’Oriente”.

Con questo suo modo singolare e affascinante di guardare i luoghi e di raccontarli Arminio ha prodotto negli ultimi anni numerosi libri, da quelli più dichiaratamente poetici ad altri, composti da scritti brevi in prosa, che offrono un resoconto accorato dei paesi dell’Italia interna (soprattutto quelli del Sud), sospesi fra la bellezza antica e la desolazione e l’abbandono dei tempi nostri. In questo modo sono nati volumi illuminanti e di grande suggestione, come Vento forte tra Lacedonia e Candela. Esercizi di paesologia (Laterza 2008), Cartoline dai morti (Nottetempo 2010), Terracarne. Viaggio nei paesi invisibili e nei paesi giganti del Sud Italia (Mondadori 2011) e il libro di poesie paesologiche Stato in luogo (Transeuropa 2012).

Insieme all’attività più propriamente letteraria, Arminio ha sviluppato anche un deciso attivismo nel campo dell’organizzazione culturale, diventando un punto di riferimento per quanti stanno riflettendo – e sperimentando pratiche concrete – su un nuovo modello di sviluppo per quella che Manlio Rossi Doria chiamava “l’Italia dell’osso”. Fino al punto che l’allora ministro della Coesione Territoriale Fabrizio Barca ha voluto un suo intervento in apertura del “Forum Aree Interne”, organizzato nel marzo scorso insieme all’Anci a Rieti per porre le basi di un progetto di utilizzo dei fondi comunitari della programmazione 2014-2020 destinato proprio ai paesi del “Mediterraneo interiore”.

La relazione presentata da Franco Arminio in quella occasione è uno degli scritti contenuti nel suo ultimo lavoro, Geografia commossa dell’Italia interna (Bruno Mondadori), un libro che raccoglie in prevalenza articoli e riflessioni già apparsi o presentati in altre sedi, che rendono in sequenza uno spaccato dei variegati interessi dell’autore, delle sue visite “paesologiche in vari luoghi del Sud (e non solo) e delle intersezioni con altre esperienze.

Di particolare interesse la sezione su “La luna e i calanchi”, festival di “azioni paesologiche” che Arminio organizza ad Aliano, pesino lucano noto per il racconto che ne fece Carlo Levi in Cristo si è fermato ad Eboli, una sorta di raduno di scrittori, artisti, poeti, semplici cittadini, operatori culturali, intellettuali, amministratori locali, coinvolti in quella che Arminio ha definito “un’esperienza aperta all’impensato, una tre giorni di cose intime e di passioni civili”, una “cerimonia dei sensi contro l’autismo corale”.

Per maggiori info su Terracarne cliccare qui

Uno scritto paesologico sul Salento tratto da Terracarne si può leggere cliccando qui

Cliccando qui invece si può leggere un articolo scritto da Franco Arminio sul quotidiano leccese Il Paese Nuovo dopo una “passeggiata paesologica” contro la strada ecomostro SS 275 nel Capo di Leuca del 20 maggio 2012

Un altro bel frammento paesologico sul Salento, scritto dopo una visita alla Notte della taranta, si può leggere cliccando qui

 

 

 

 

 

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