Approvata la nuova legge sul cinema e l’audiovisivo

cinemadi Vincenzo Santoro, 5 novembre 2016*

Il 3 novembre scorso la Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge sulla disciplina del cinema e dell’audiovisivo che prevede un intervento di riforma sostanziale di questo settore, attraverso un complesso di norme molto articolato.
In primo luogo, il provvedimento contiene diversi elementi di innovazione nel campo del sostegno alle imprese operanti nel campo del cinema e dell’audiovisivo. In particolare, si prevedono:
• l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo degli investimenti, a favore delle imprese del settore (di «almeno 400 milioni di euro all’anno») (articolo 13);
• il potenziamento degli strumenti di sostegno finanziario (usando come modello i già sperimentati sistemi di tax credit e tax shelter ) (articoli 16-25);
• una serie di deleghe al Governo per la riforma di alcuni aspetti del settore dell’Audiovisivo (articoli 33-35).

L’ambito degli enti locali
Per quanto riguarda le questioni di più diretto interesse dei Comuni, il testo prevede:
• la creazione del Consiglio Superiore del cinema e dell’audiovisivo quale organo consultivo composto dalle rappresentanze di tutti i soggetti coinvolti nella filiera. Degli 11 membri, due sono designati dalla conferenza unificata Stato-Regioni-Enti Locali (articolo 11);
• il riconoscimento dello strumento delle film commission per il sostegno alle produzioni realizzate a livello locale, anche per fini di promozione territoriale (articolo 4, comma 3);
• l’erogazione di contributi alle «attività e alle iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva», le cui tipologie ammissibili sono stabilite da un decreto del Ministro (con adottare previo parere della conferenza unificata), che disciplina anche le modalità di concessione dei contributi stessi (articolo 27);
• alcuni interventi a favore delle sale cinematografiche. Riguardo a questo punto, di particolare importanza per i Comuni, è previsto che:
a. le sale cinematografiche potranno essere oggetto di «dichiarazione di interesse culturale» da parte del Mibact. Nella legislazione regionale si potranno introdurre misure volte a inserire la non modificabilità della destinazione d’uso delle sale dichiarate «di particolare interesse storico». Le modalità e gli strumenti procedurali per attuare questo intendimento saranno stabiliti tramite intesa in conferenza unificata (articolo 8);
b. negli interventi di riqualificazione urbana delle aree degradate le Regioni potranno prevedere incentivi urbanistici ed edilizi per le ristrutturazione delle sale cinematografiche (riconoscimento di volumetria aggiuntiva e utilizzo della modalità di demolizione/ricostruzione, secondo i principi introdotti dall’articolo 5, commi 9 e seguenti, del decreto legge 13 maggio 2011 n. 70 convertito con modificazioni dalla legge 12 luglio 2011, n. 106 – articolo 28, comma 5);
c. si dia attuazione a un Piano straordinario per il potenziamento e il rinnovamento del circuito delle sale cinematografiche (anche di quelle attualmente chiuse o dismesse), con una dotazione di 30 mln di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018, 2019, di 20 mln per il 2020 e di 10 mln per il 2021. Le modalità implementative del Piano saranno definite dal Mibact previo parere della conferenza unificata. Nella concessione dei contributi (a fondo perduto o in conto interessi), dovranno essere privilegiate le sale “polifunzionali”, quelle che garantiscano una maggiore sostenibilità economica della gestione e che siano ubicate in zone di insediamento di particolare valenza cultuale e sociale. Particolari condizioni agevolate dovranno essere garantite per gli interventi nei Comuni con meno di 15.000 abitanti (articolo 28).

Lo spettacolo dal vivo
Il testo presentato dal Governo conteneva una seconda parte riguardante una importante delega per la riforma del settore dello spettacolo dal vivo, attraverso la redazione di un vero e proprio nuovo «Codice dello Spettacolo». Nel corso dei lavori parlamentari, questa parte è stata stralciata e trasformata in un Ddl autonomo, che comunque dovrebbe avere una «corsia preferenziale».

Articolo pubblicato originariamente sul Quotiano Enti Locali & Pa del Sole 24 Ore e qui riproposto con modifiche e integrazioni

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