Un progetto di valorizzazione del canto polivocale sardo

di Vincenzo Santoro

da Anci Rivista, aprile 2010

 

La Sardegna, storico crocevia del Mediterraneo, rappresenta uno dei territori di maggiore persistenza dei canti polivocali di tradizione orale. In tutta l’isola permane ancora viva un’imponente testimonianza dei repertori legati alla cultura liturgica e musicale, rinnovata attraverso manifestazioni ufficiali (a partire dai suggestivi rituali connessi alla Settimana Santa) e tramite iniziative spontanee, che costituiscono insieme il fulcro di una antica tradizione.

Tra le comunità che hanno mantenuto vive queste tradizioni possiamo ricordare, Santu Lussurgiu, Castelsardo, Cuglieri, Sennariolo, Aggius, Orosei, Galtelli, Irgoli, Bortigalì, Aidomaggiore, Bosa, Bonnannaro, Ghilarza, Nughedu San Nicolò, Soddì, Tadasuni. In questi centri si sono sviluppate svariate tradizioni di trasmissione del canto orale, soprattutto tramite una cospicua e ininterrotta attività di confraternite che risale sino al secolo XVI.

Per promuovere e rafforzare, nelle diverse realtà locali, i processi di valorizzazione dei beni ambientali, le diverse espressioni della cultura materiale ed immateriale e per promuovere eventi culturali legati alla polivocalità (sacre rappresentazioni, mostre, festival, ecc.), i Comuni che mantengono viva la tradizione del canto a più voci hanno dato vita ad un progetto di Rete territoriale (dal nome evocativo, “Hymnos”), insieme alle Università sarde, ai Cori, alle Confraternite e alle Associazioni legate a questa pratica musicale.

Scopo del progetto, incentrato sulla voce, sulla cultura orale, cantata e parlata, è di tutelare e valorizzare questi “patrimoni immateriali”, promuovendo ricerche e approfondimenti sulle proprie tradizioni al fine di trasmetterle alle giovani generazioni, e favorendo lo scambio di artisti provenienti dai diversi contesti culturali della Sardegna. In particolare, si pone l’esigenza di conservare, tutelare e ricercare (anche creando centri di documentazione e archivi multimediali) ogni forma di tradizioni liturgiche di ambito orale, nelle sue molteplici intersecazioni con la tradizioni scritta con l’intendimento di perpetuare e valorizzare un patrimonio di culto e di cultura di altissimo valore.

Una recente significativa realizzazione del progetto è un cd-libro antologico, a cura di Giampaolo Mele e Ignazio Macchiarella, contenente straordinarie interpretazioni eseguite da gruppi di cantori provenienti dai vari territori dell’isola, che danno l’idea della ricchezza e della complessità di repertori ancora attivamente praticati da centinaia di esecutori.

Emidio Chessa, Sindaco di Santu Lussurgiu, Comune capofila della Rete, nella prefazione all’opera afferma che “nella sua evoluzione la Rete contempla l’integrazione del processo di valorizzazione delle dotazioni culturali sia materiali che immateriali dei diversi territori, legandole con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi ad essa connesse. L’obiettivo che si pone la Rete territoriale è di rendere più efficiente ed efficace il processo di produzione di cultura e di ottimizzare, su scala locale, i suoi impatti economici e sociali.”

 

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