Avviata una ambiziosa mappatura del patrimonio immateriale locale

cultura1di Vincenzo Santoro

Articolo originariamente pubblicato su Insula Europea, 5 aprile 2024

 

A poco più di vent’anni dall’adozione della Convenzione UNESCO del 2003 per la salvaguardia del “patrimonio culturale immateriale”, si intraprende per la prima volta in Italia un tentativo di “mappatura” di quelle espressioni, pratiche, conoscenze, feste storiche e rituali diffusi sull’intero territorio nazionale, in particolare nei piccoli Comuni e nei territori periferici, a comporre il panorama dei beni culturali intangibili.

È questo l’ambizioso obiettivo che si pone il progetto appena avviato dall’UNPLI – Unione nazionale Pro Loco d’Italia, in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e il supporto tecnico-scientifico dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale ICPI del Ministero della Cultura, che attua una previsione contenuta dalla Legge di Bilancio del 2023, le cui linee di intervento sono state presentate il 20 marzo scorso presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.

La ricognizione delle forme ancora in funzione, e in particolare delle comunità patrimoniali di riferimento, consentirà un’opera di catalogazione funzionale a garantirne la tutela, permettendone il monitoraggio e incentivandone la conoscenza attraverso l’iscrizione, coordinata e condivisa, su inventari, registri, archivi e piattaforme sia territoriali che nazionali.

Usi tradizionali ed espressioni orali, compresi i dialetti; narrativa, storia locale e toponomastica; musica e arti dello spettacolo di tradizione, rappresentate in forma stabile o ambulante, nonché l’espressione artistica di strada; il paesaggio culturale e la sua funzione identitaria; le consuetudini sociali e gli eventi rituali e festivi; saperi, pratiche e credenze relative ai cicli naturali e della vita, alle attività produttive e artistiche, all’alimentazione e alla continuità delle consuetudini gastronomiche; pratiche ludiche consolidate e rievocative di eventi storici, festivi e in costume, disegnano i contorni di quel vasto e stimolante mondo da documentare.

La raccolta dei dati sarà condotta da personale individuato dall’UNPLI, con il supporto di ricercatori antropologi, sulla base di schede ricognitive elaborate dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, che curerà anche la formazione dei volontari. I materiali raccolti, grazie alla collaborazione delle amministrazioni locali, verranno caricati e condivisi su una piattaforma digitale che li renderà disponibili con la relativa georeferenziazione. A questi si aggiungeranno i dati aggregati presenti in archivi digitali già esistenti, con cui sarà stabilità una interoperabilità, consentendo di visualizzare, studiare e conoscere i beni immateriali di ogni comunità in modo interattivo e coinvolgente, e rendendoli accessibili a un pubblico più ampio dei soli addetti ai lavori.

Nel corso della presentazione Antonino La Spina, presidente UNPLI, ha ricordato che l’Italia è “tra i primi paesi al mondo a promuovere un censimento di questa natura fatto di saperi, conoscenze, espressioni che si tramandano di generazione in generazione solo grazie alla relazione umana, al racconto e all’impegno delle persone che fanno di tutto per tenere viva l’identità della propria comunità”. “Grazie alla capillarità delle Pro Loco” – ha proseguito –, “al personale formato da UNPLI e alla sinergia con le amministrazioni locali delle piccole comunità, porteremo avanti un vero e proprio lavoro di recupero delle innumerevoli espressioni e tradizioni custodite molto spesso nella memoria e nella conoscenza di un singolo individuo e che rischiano di perdersi. Tutto quello che andremo a raccogliere e poi a condividere digitalmente sarà un vero e proprio patrimonio di umanità che ci auguriamo così di tenere in vita per sempre”.

Roberto Pella, vicepresidente vicario ANCI, sindaco del piccolo Comune di Valdengo (BI) e promotore della norma che ha permesso il finanziamento del progetto, nel suo intervento ha sottolineato come il censimento “saprà restituire una mappatura ricchissima del patrimonio di tutti i nostri territori, specie dei piccoli comuni, chiamati a loro volta a dare un contributo attivo e collaborativo, e ne dimostrerà la ricchezza e la vitalità”, auspicando inoltre che “le connessioni che ne deriveranno non faranno che rafforzare l’identità culturale del nostro Paese, attivando anche nuove leve di partenariato per la sua tutela e valorizzazione”.

Nell’ambito del progetto sarà anche avviato, a cura dell’Anci, un censimento dei musei locali di interesse etno-antropologico, che ne verificherà anche il livello dei servizi e lo stato di frequentazione da parte dei cittadini e dei visitatori: un patrimonio di conoscenze utile alla ridefinizione e al rilancio di questa fitta rete di presidi culturali, di cui il nostro Paese è estremamente ricco, ma in cui non mancano elementi di debolezza e criticità.

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