In due cd le storiche registrazioni di Carpitella

Un viaggio nella «Terra del rimorso» degli anni Cinquanta sulle tracce del tarantismo, in allegato a un volume di Maurizio Agamennone sulle «Musiche tradizionali del Salento»

di Francesco Mazzotta
dal Corriere del Mezzogiorno del 27/03/2005

Dopo le pubblicazioni delle storiche raccolte di Alan Lomax, Brizio Montinaro e Giovanna Marini, la discografia sulle musiche tradizionali del Salento che documenta le ricerche effettuate sul campo tra metà degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Settanta, si arricchise di un nuovo e prestigioso doppio capitolo con la stampa di due cd che raccolgono le registrazioni realizzate da Diego Carpitella e Ernesto De Martino nelle estati del 1959 e 1960. Si tratta di due importanti tasselli nella ricomposizione dell’articolato puzzle riguardante il vasto patrimonio musicale della «Terra del rimorso» che la casa editrice Squilibri di Roma edita in allegato al saggio Musiche tradizionali del Salento curato da Maurizio Agamennone, fine etnomusicologo che da molti anni si occupa dell’argomento.

Il materiale contenuto nei due cd, contenenti pizziche tarantate, ninne nanne, canzoni narrative ed altre espressioni ancora, riguarda la documentazione sonora che De Martino e Carpitella raccolsero in due distinte campagne di ricerca (la prima a Nardò, Muro Leccese e Galatina, la seconda a Giuggianello, Matino, Sanarica, Taviano e Ruffano) catalogate con i numeri 48 e 53 negli archivi del Centro Nazionale di Studi di Musica Popolare dell’Accedemia di Santa Cecilia di Roma, oggi Archivi di Etnomusicologia. La pubblicazione fornisce, dunque, una straordinaria testimonianza sonora delle terapie musicali applicate al tarantismo attraverso alcuni degli esecutori più rappresentativi di quel periodo. Tra questi, il violinista-barbiere Luigi Stifani e la tamburellista e cantante Salvatora Marzo, meglio conosciuta col nome di «za Tora » (zia Tora). Proprio le registrazioni della raccolta 48 costituirono il bagaglio dal quale De Martino attinse per la stesura de La terra del rimorso, volume che a tutt’oggi rimane un caposaldo negli studi sulle musiche del tarantismo, fenomeno che da una decina d’anni sta vivendo unanuova stagione grazie al recupero e alla reinterpretazione dell’antico repertorio di musiche popolari ad esso legato. Repertorio del quale si è fatta principale cassa di risonanza la «Notte della Taranta» di Melpignano, manifestazione in cui la musica tradizionale del Salento continua ad incontrare i suoni e i ritmi «altri» in un processo di contaminazione in costante evoluzione.

Se si vuole, la pubblicazione dell’editrice Squilibri s’inserisce idealmente nell’«impetuoso “revival” che caratterizza la musica e la danza tradizionali salentina», per utilizzare le stesse parole di Agamennone, che con dovizia di particolari storico-musicali argomenta in maniera scientifica il lavoro effettuato da Carpitella e De Martino, corredando il saggio di un’introduzione critica, la trascrizione dei testi poetici cantati e le foto scattate dallo stesso Carpitella, che prima di questa doppia «spedizione» era stato in Salento durante la campagna condotta nel 1954 con l’etnomusicologo texano Alan Lomax. A questa missione si riferisce la pubblicazione sul Salento dell’americana Rounder per la serie «Italian Treasury», che col lavoro di Agamennone e i due dischi-saggio delle edizioni Aramirè, Musiche e canti popolari del Salento curato da Brizio Montinaro e il Salento di Giovanna Marini, fa parte di un corpus di documenti in continuo aggiornamento. Un progetto non senza un’impronta divulgativa che, pertanto, si propone di essere fruibile anche dai non addetti ai lavori, tra i quali è diventato sempre più facile riscontrare un interesse partecipato per la musica popolare salentina.

 

 

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