Le reazioni alla polemica lanciata su Repubblica: abbiamo resuscitato un rito che era morto e sepolto
Pizzica modaiola (troppa e troppo spesso), secondo l´accusa lanciata su Repubblica dallo scrittore Mario Desiati. Sergio Blasi, sindaco di Melpignano e tra i creatori della Notte della Taranta non ci sta. «Per carità, non ci mettiamo a fare gli snob. E´ un atteggiamento culturale tipicamente nostrano che in passato non ha prodotto risultato. Anzi, al contrario, è accaduto che a studiare la nostra tradizione musicale siano dovuti arrivare signori come Ernesto de Martino, Alan Lomax, o Diego Carpitella che, appunto, non erano affatto pugliesi». «C´è pizzica e pizzica» rincara il maestro concertatore Ambrogio Sparagna. Lui stesso, che pugliese non è, invita a considerare che «nel resto d´Italia si guarda con estremo interesse a quello che musicalmente sta accadendo nel profondo Sud, come hanno dimostrato i tremila paganti dell´Auditorium a Roma». E, come dimostrerà la giornata bolognese in piazza Maggiore il 2 settembre con l´Ensemble, Cofferati e Vendola e la chiusura, il 17, della Notte Bianca di Roma della stessa formazione.
Il consulente scientifico dell´istituto Diego Carpitella, Sergio Torsello, riconosce: “La pizzica ha un seguito enorme, è evidente. Il revival ha motivazioni musicali e sociologiche. Per evitare che si trasformi in un baraccone è fondamentale l´attività di ricerca che permette al fenomeno di avere il fiato lungo». Chiede che «non si dimentichi con troppa facilità che la Notte della Taranta parla di un rito antico, il tarantismo, resuscitato quando era morto e sepolto». Sulla necessità della ricerca insiste anche Roberto Guido, direttore della guida Qui Salento («è chiaro che la musica popolare ha bisogno di essere continuamente alimentata da nuovi filoni»). Più fatalista Antonio Princigalli, produttore del festival sin dai suoi esordi. «Di qualsiasi fenomeno sarà soltanto il tempo a dire quello che ha senso e quello che non ne ha. Con l´istituzione della Fondazione si potrà avere un filtro, un canale, un luogo dove proteggere la pizzica dall´ondata modaiola». E, per finire, il tamburellista Lamberto Probo degli Officina Zoè, gruppo che con al fianco Winspeare può essere considerato tra i principali protagonisti della riscoperta, in scena per uno dei concerti itineranti del festival. «La pizzica va di moda, è inutile negarlo. Come è accaduto per la musica irlandese e per i Balcani. Ma per noi è positivo, ci proietta nel mondo, diventiamo soggetti. Quello che non mi va giù è lo showbusiness indotto dalla Notte della Taranta che ha puntato sulle star».
tratto da la Repubblica, edizione di Bari
di Antonella Gaeta
pubblicato il 23/07/2005