Ambrogio Sparagna: Raccontiamo il Paese attraverso i brani della tradizione contadina regione per regione.
È vero. «Qui nulla accade normalmente». Si sta ad ascoltare il cantautore lombardo Davide Van De Sfroos che lo ripete – stasera sarà a Melpignano sul palco della Notte della Taranta per il concertone finale – e vien voglia di commuoversi con lui quando parla di questo luogo come di «una terra che ti morde (che ci sia il ragno o non) e ti lascia il segno, dove la tradizione ti prende per il collo e non ti lascia andare e, in mezzo a un campo di ulivi, non sai deciderti se è più rossa la terra o il sole che sta tramontando». Il piccolo miracolo di questa Notte pare non avere confini, se i giornalisti della tivù di Stato di Pechino (i colleghi italiani sono oltre 130) chiedono ai musicisti salentini se conoscono la musica cinese. La conoscono poco, ma non conta. Il ritmo intorno al palco nel piazzale del convento degli Agostiniani è uno solo e parla di questa terra, ma anche del resto d´Italia, nel segno che il maestro concertatore Ambrogio Sparagna ha scelto per questa ottava volta attraverso Francesco De Gregori, Piero Pelù, Giovanna Marini, Sonia Bergamasco, Van De Sfroos, Pino Ingrosso che cantano anche delle rispettive regioni di provenienza.
«Partiamo dal Sud per costruire un nuovo canzoniere italiano – esorta Sparagna – Perché non costruire da qui un´identità nazionale attraverso le canzoni contadine che in Puglia e in Salento hanno avuto un´importanza fondamentale?». E se il concerto di questa sera sarà un buon inizio, potrebbe fare la sua parte anche la Treccani, si sente ripetere, che presto o tardi inserirà la voce “Notte della Taranta”. Anche la ventura Fondazione che nascerà tra settembre e ottobre potrebbe inaugurare una collaborazione con la prestigiosa enciclopedia.
Notte della Taranta che cresce con i settantamila e più spettatori attesi anche quest´anno e che pare egregiamente fondarsi, ancora, sul senso dell´ospitalità dei melpignanesi, poco più di duemila, pronti ad affrontare, come ribadisce orgogliosamente il sindaco Sergio Blasi, «questa clamorosa festa di popolo, di genti e di suoni». La festa, appunto, che comincerà alle 19 nelle strade del paese con la Banda Unipop dell´Università popolare della musica di Spongano con il suoi 40 elementi e una fila di tamburelli. Tradizionale apertura con l´anziano cantore Uccio Aloisi e il suo Gruppu e inizio, alle 22, del concertone con i 70 musicisti popolari e cantanti dell´Orchestra Popolare la Notte della Taranta e Ambrogio Sparagna a dirigerli. Subito dopo il primo pezzo cantato da Giovanna Marini, compagna di un pezzo di avventura (la bella operazione del Fischio del vapore), la Divina Commedia si mescolerà con l´umana contadina e il principe De Gregori canterà il poeta Dante Alighieri. «Nel mezzo del cammin di nostra vita» e il tamburello a battere il ritmo pizzica. Ancora lui si avvicinerà al nostro sentire con i tradizionali Volia sapere della zona di Aradeo e una serenata in griko con Sto korafaissu. Giovanna Marini, ricercatrice innamorata del Salento da quarant´anni, interpreterà due canti alla sua maniera, voce e chitarra: Amore mio non piangere e Giulia di Fornovo.
«Innamorato di Melpignano e del Salento per una lunga consuetudine di concerti sin dai primi anni Ottanta» si dichiara Piero Pelù, che vede nella musica tradizionale del Sud e dell´Est europeo una comune radice di sofferenza. Per lui Amara terra mia, canto di emigrazione composto da Domenico Modugno, e Maggio, canto processionale toscano.
Intensissima anche quando ringrazia a più riprese Sparagna per averle dato l´occasione di «cantare in un´orchestra così zingara e passionale» l´attrice Sonia Bergamasco, cui è stata affidata l´interpretazione di Donna Lubarda, canto di amore e morte che ha varianti comuni in molte regioni. E di Lombardia mescolata al Salento farà ascoltare Davide Van De Sfroos con una versione congiunta di Porta Romana, canto della malavita milanese, e della Cesarina, d´ambiente carcerario leccese.
Continuando a percorrere l´Italia attraverso la Compagnia Sunadur di Ponte Caffaro, i vesuviani Giovanni Coffarelli e ´O Lione, riconducono a casa i solisti Sud Sound System, Pino Ingrosso, Mimmo Epifani, Pino Zimba e da Corigliano d´Otranto, Giovanni Avantaggiato. Ci si avvicinerà così alla conclusione di un festival (sostenuto e organizzato da Regione, Provincia, Unione dei Comuni della Grecìa, Istituto Carpitella con Camera di commercio e Princigalli Produzioni), cominciato il 12 agosto nei paesi della Grecìa e del Salento con cinquemila spettatori a tappa e punte da diecimila a Galatina. Ad augurare la buonanotte sarà Piero Pelù con una suadente versione di Kaninnifta. In griko. Rivolta alle migliaia che, compiendo un rito contemporaneo, cominceranno ad arrivare nel piazzale di Melpignano già dal primo pomeriggio. Passeggeranno per le strade di questo piccolo paese, mescolando le loro facce con quelle degli anziani che giocheranno ugualmente la loro partitella al bar in piazza San Giorgio. O resteranno fermi a guardare De Gregori, Pelù e le altre stelle assediate da fotografi e telecamere spiegando al visitatore curioso: «Tranquilli, la Notte della Taranta è».
tratto da Repubblica
pubblicato il 27/08/2005