Taranta, incrocio di razze e ritmi la musica popolare sceglie il Salento

LA NOTTE DI MELPIGNANO. Il pubblico straripante e composto autentico protagonista dell’evento.

La Notte della Taranta è finita. Inizia un’altra Notte della Taranta. Supermediatica e perciò ancor più ambita, quasi «cannibalizzata» dall’occhio delle telecamere (almeno una decina sotto il palco, più quelle della diretta satellitare Tele Rama-Puglia Channel e dei flash in video firmati da Alessandro Piva) e da «ciò che si potrebbe ormai definire «la spianata degli Agostiniani» e non più piazzale dell’ex Convento melpignanese. Giungono le stime: da 80 a centomila persone, dicono molto ottimisticamente gli organizzatori, che equivarrebbe alla città di Lecce «svuotata» e riversata lì, sui quei circa cinque ettari di terreno ricavati per l’edizione 2005 del Concertone. Sembra passato un secolo dall’«intimo» incontro del ’98 in piazza San Giorgio, piccolo salotto color avorio, fatto di basolato, porticati e chiesa del patrono, divenuto già l’anno dopo troppo piccolo. Un evento «da far paura», commenterebbe qualcuno. Ma tant’è. E come ogni kermesse di rango che si rispetti, il pass per accedere e poi narrar agli amici «io c’ero» diventa il giocattolo più agognato. Folla nel parterre-vip, folla sotto il grande palco. Buffet deluxe, nel chiostro (riservato ad artisti e special guest), buffet più ruspante con trionfo di ottime friselle col pomodoro per tutti gli altri. La star più gettonata? Senza rivali il governatore Nichi Vendola, fecondo di apprezzamenti per La Notte della Taranta che si accinge ad essere trasformata in Fondazione, ad approdare – chissà – in quel parnaso di cultura chiamato Treccani. Richiesta di foto-ricordo a valanga per il presidente della Regione che non ha perso neanche un minuto del concertone iniziato alle 22 e terminato alle 2.30. Personale della security addestrato a dir «no», previa esibizione del pass «tarantato». Incappata nelle maglie del divieto persino la signora Linda D’Alema, che giunta in elegante caftano bianco in compagnia del consorte, si è vista costretta a urlare «Massimoooo, non mi fanno entrare!». Il tutto mentre «il deputato salentino» (il presidente dei DS ha tenuto a sottolinearlo) era subissato da taccuini, microfoni tivù, radio e via dicendo. «Son venuto perché avevo voglia di esser qui, ho navigato per nove ore sulla mia barca a vela per esserci – spiega – nessuno mi ha invitato, non c’è bisogno di essere invitati per vedere la Notte della Taranta che parla di questa terra nel mondo». Inevitabile battuta dalemiana sulla posizione del presidente del Senato, Marcello Pera, in tema di diversità: «Se le razze non si incrociano, le persone nascono malate». Così disse, e più non dimandammo, giusto per sintonizzarci con il Sommo Dante, che Francesco De Gregori ha declamato a suon di pizzica. Comunque emozionante, «il principe» era sintonizzato sulla serie «chi l’ha visto», apparendo e scomparendo dal palco per farsi inghiottire dal suo camper. La «stella» più attesa, ha preferito come suo solito l’understatement spinto all’ennesima potenza. Solo una frase fugace fuori dalla scena: «Qui mi sembra di essere al centro del mondo». Così, dando retta ai decibel dell’immenso popolo al di là del palco, la sfida è stata vinta dai Sud Sound System, forze della natura che giocavano in casa, e da Piero Pelù, essenza della sensualità maschile qui assai di casa. In fibrillazione per la moglie Sonia Bergamasco (indiavolata Donna lubarda), in attesa di una bimba e con evidentissimo pancione, il marito e collega attore Fabrizio Gifuni, pugliese di Lucera. Entrambi sono nel Musikanten di Franco Battiato, inserito nella sezione «Orizzonti» della prossima Mostra del Cinema di Venezia. Battiato ospite nel 2004 dell’Orchestra popolare di Ambrogio Sparagna. «Ha un ricordo straordinario del concertone – racconta Gifuni – ed è stato felice di sapere che quest’anno anche noi saremmo stati a Melpignano». La Taranta è amata, non c’è niente da fare. Travolge sempre e non abbandona più chi cade nella sua ragnatela. Ora andrà in tournèe, a Bologna, poi a Roma, per la Notte Bianca. Va difesa. Più di tutte lo grida «il loggione» dei cultori dell’anima popolare del Festival, delle tabacchine sparse nei paesi della Grecìa salentina, riunite davanti ai maxi-schermi posti nelle piazze. Loro hanno orecchio infallibile, i canti li conoscono tutti. Alcune di loro commentano: «Ormai sembra Canzonissima… e le voci femminili vanno curate di più». Sono le quattro del mattino. Il concertone 2005 va in archivio. Il sindaco di Melpignano Sergio Blasi – il vero, autentico inventore del rito che contagia – una volta tanto decide che è il caso di andare a riposare un pò. Tamburelli e ronde spontanee di «pizzicati» cantano la ninnananna al popolo rimasto sulla spianata e per le vie del centro. Su una parete nei pressi di piazza San Giorgio, sono affissi i pensieri di «Taranting Forum». Sono tanti. Ne leggiamo uno: «Melpignano è bella, La Notte della Taranta è magica, che il Salento rimanga sempre incontaminato». Punto. Gloria Indennitate

tratto da la Gazzetta del Mezzogiorno
pubblicato il 29/08/2005

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