Taranta, la fondazione rischia di nascere monca

Taranta, la Fondazione rischia di nascere monca

di Vincenzo Santoro

Tratto da “La Repubblica”, edizione di Bari, del 19 Agosto 2006

notte-della-taranta-2005-melpignano-foto-piero-pelu-610x376In questi giorni, come ogni anno, il grande evento estivo della Notte della Taranta infiamma l’estate salentina, con il suo grande seguito di pubblico, che si preannuncia ancora maggiore del già straordinario risultato delle edizioni precedenti, e la sempre più massiccia presenza sui giornali e soprattutto sulle tv locali, che diventa debordante in prossimità del Concertone finale di Melpignano. Come di consueto, l’innegabile successo di questa manifestazione produce consensi, ma anche polemiche da parte di chi ritiene che questa operazione di spettacolarizzazione della musica popolare produca più danni che benefici.

Mentre questo dibattito impazza sui siti specializzati (a partire da www.pizzicata.it) e sui media, sta per concludersi – quasi sotto silenzio – l’iter per la istituzione della più volte annunciata Fondazione Notte della Taranta, la cui bozza di Statuto è stata approvata in via preliminare dalla giunta regionale, ed è attualmente all’esame del consiglio provinciale di Lecce. Nelle intenzioni dei promotori (Regione, Provincia, Unione dei Comuni della Grecìa, Istituto Carpitella), la Fondazione dovrebbe servire a gestire in maniera più efficace la grande manifestazione estiva e tutte le iniziative connesse (concerti in Italia e all’estero, produzione di cd e merchandising vario, attività dell’Orchestra popolare), che ormai hanno un peso organizzativo eccessivo per l’attuale assetto istituzionale. Inoltre, almeno a dare retta alle dichiarazioni apparse sulla stampa, la Fondazione dovrebbe finalmente impegnarsi anche nelle attività di conoscenza e tutela della «memoria sonora» del Salento, per ora totalmente assenti dalle politiche nel settore (e questo vale sia per gli enti locali che per l’Università), nonostante il fatto che fu proprio per questo che, nel1998, si diede vita al l’Istituto Carpitella. Questione che costituisce la storica ragione di polemica con la Notte dellaTaranta di una parte importante del mondo degli operatori della musica salentina, che lamentano una attenzione eccessiva delle istituzioni per i grandi eventi estivi, che assicurano ai politici organizzatori una grande visibilità, e un totale (o quasi) disinteresse per il resto. Politici che vengono anche accusati di essersi in qualche modo «impadroniti» – avendo a disposizione ingenti risorse economiche – di un movimento che, nelle origini, nasceva dal basso, snobbato o addirittura osteggiato dagli amministratori.

Purtroppo, se si guarda al testo dello statuto della Fondazione attualmente disponibile, tutte le previsioni peggiori sembrano avverarsi. Infatti, nonostante le rassicurazioni date in tutte le salse, appare chiaro che le principali preoccupazioni degli estensori siano state quelle di potenziare le attività connesse all’evento spettacolare e di garantirsi un congruo numero di posti disponibili negli organi di gestione. Al di là di questo, gli scopi della Fondazione sono clamorosamente vaghi, e nessun impegno viene preso per rispondere alle esigenze poste dagli operatori. In linea con quanto già successo per l’Istituto Carpitella, c’è da aspettarsi – a maggior ragione perché a dirigere la Fondazione saranno dei politici – che la maggior parte delle risorse verranno impiegate per le attività spettacolari, che garantiscono maggiori risultati di immagine, lasciando le briciole alle iniziative culturali.

Se la vicenda Fondazione Notte della Taranta dovesse concludersi in questo modo, sarebbe l’ennesima occasione perduta per le nostre istituzioni locali, una dimostrazione plateale della loro incapacità di concepire una politica culturale che vada oltre gli eventi estivi, che preveda anche investimenti che possano risultare molto più incisivi nel corso degli anni. Ma le critiche all’attuale bozza di Statuto questa volta sono riuscite a varcare le mura di Palazzo dei Celestini, soprattutto per la sensibilità di alcuni consiglieri e del presidente Pellegrino. Per cui ci sarebbe l’intenzione di proporre degli emendamenti che recepiscano le indicazioni che da tempo vengono dalla base del «movimento della pizzica». Una discussione su questi temi fra politici e operatori culturali si svolgerà oggi ad Alessano, alle ore 21, nella terrazza di Palazzo Legari.

 

 

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