Daniele Durante sulla taranta di Sparagna

Riportiamo degli stralci dell’interessante intervento, pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 9 agosto 2007, in cui Daniele Durante, storico esponente del Canzoniere Grecanico Salentino, si esprime con toni fortemente critici sul cd del concertone della Notte della Taranta 2006, in uscita in questi giorni.

Giorni fa mi hanno telefonato alcuni amici che vivono da tempo a Roma, ma negli anni ’70 facevano parte di quella ondata di giovani che si erano occupati (solo per amore) della ricerca e riproposta della musica popolare salentina. Ora si ritrovano nella capitale a fare tutt’altro, ma non hanno perso la loro vecchia passione e seguono con interesse le vicende e i successi del folk-lore salentino. Con questa spinta sono andati ad ascoltare, a Roma, l’Orchestra della Notte della Taranta ed acquistare i Cd La notte della taranta 2006. Tornati a casa ascoltano il Cd e con sorpresa? Sgomento? Disgusto? Rabbia? Mi hanno telefonato con la precisa richiesta di un mio intervento. Ho ricevuto il Cd che mi hanno spedito e devo dire che anche in me si sono scatenate le loro stesse sensazioni e lontano da polemiche con il festival La Notte Della Taranta voglio precisare: non è possibile andare in un posto, prendere delle canzoni già fatte, privarle della loro melodia e metterci la propria. Immaginate cosa accadrebbe in Sicilia se si facesse questo con “sciu -ri sciuri” o con “vitti ‘na crozza”, in Campania con “o guarracino” o con “feneste ca lucive”, in Abruzzo con “vola lu cardille”, a Cuba con “guantanamera”. Per non parlare poi delle canzoni d’autore; se il signor Sparagna avesse fatto queste operazioni con “Nel blù dipinto di blù (volare)” o con “Yesterday”, si troverebbe denunciato e costretto a ritirare dal mercato tutte le copie del CD. Ma i pezzi del folk-lore salentino sono di“anonimo”, per cui non avendo autore, il signor Sparagna si sente sicuro. Folk-lore è un termine inglese composto da due parole che possono essere tradotte in: popolo e sapere; per cui l’”anonimo” in questione non è il signor nessuno ma è tutto il “lore ” e il popolo del Salento. Chi mi conosce sa che non ho niente contro la manipolazione del repertorio folklorico, in fondo questo accade quotidianamente con il jazz e nessuno si scandalizza per questo. Però è importante che il tema di partenza sia riconoscibile prima che partano le proprie manipolazioni. D’altra parte, nelle precedenti edizioni della NdT con Sepe, Milesi, Zawinul, Cosma e Copeland non si era giunti a tanto, ed il paradosso è che, mentre gli altri maestri hanno avuto il giusto rispetto nei confronti del folk-lore salentino, l’”etnomusicologo” Sparagna non lo ha avuto affatto.
(…)
L’”etnomusicologo” Sparagna, invece, inventa una nuova formula: prende le canzoni, toglie la musica, eliminando perciò il problema, e ne fa una Lui. Attenzione signori,è un Lui con la elle maiuscola, è “Lui” perché leggendo le note presenti sul libretto del CD apprendiamo: …”Si tratta di un repertorio di canti provenienti dal cuore della cultura di tradizione orale salentina, le cui musiche sono state elaborate e composte direttamente da Ambrogio Sparagna,”… inchiniamoci al cospetto di Lui, il Deus ex machina della tradizione musicale salentina; ed ancora …”riemerge uno dei tratti distintivi della musica di tradizione orale: l’essere strettamente legata al concreto svolgersi della vita, un universo esistenziale scandito dai cicli stagionali e dal calendario liturgico in cui la musica aveva una funzione sociale, riconosciuta dalla comunità di appartenenza.” … Quindi ne deduciamo che Lui, il signor Sparagna, svolge questa funzione sociale e non lo sapevamo. Riconosciamogliela! Ed il signor Sparagna (a dispetto del suo cognome) non si risparmia affatto nello svolgere la sua funzione, diventa infatti il musicista ufficiale della malavita salentina, come si legge nelle note di “su ‘rrivatu a San Franciscu”…”(canto tipico della malavita salentina, musica di A. Sparagna) e tutto ciò ignorandola bellissima versione cantata da Uccio Bandello in “buona sera a quista casa” ed. Aramirè, così come per “suspiri de core” eseguita dal Canzoniere Grecanico Salentino col titolo “pizzeca caddhripulina” in “ballati tutti quanti ballati forte (ca la taranta è viva e nun è morta)” ed. Felmay, oppure “la fontanella” presente nelle raccolte dell’Albatross sul Salento. Cito solo questi esempi perchè sono certo che sono presenti nella mediateca di Melpignano e che quindi sono stati messi a disposizione del signor Sparagna (che ha volutamente ignorato). Per quanto sopra scritto chiedo che i responsabili della “Notte della taranta” prendano le dovute distanze da questo prodotto, visto che erano presenti (in buona fede, credo) alla presentazione e vendita fatta a Roma; che sia (se legalmente possibile) ritirato il prodotto dal mercato o, in alternativa, evitare che venga commercializzato. Invito perciò gli amici distributori del Salento a non presentarlo al pubblico, per dimostrare che i salentini “non vendono la loro primogenitura per un piatto di lenticchie”. Avendo saputo che il signor Sparagna è stato nominato, nel dicembre del 2006 dal Ministro Rutelli, componente della commissione ministeriale per la tutela e la diffusione della musica popolare, mi faccio promotore di una petizione, indirizzata allo stesso ministro, affinché ne venga escluso. Per adesioni: Daniele Durante e-mail dandura@libero.it “

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