I leccesi di Civita Castellana

Sabato 22 novembre 2008 ore 17,00
Aula Consiliare Del Comune, Piazza Matteotti
Civita Castellana (VT)


presentazione del volume edito dalla Biblioteca Comunale “Enrico Minio”

I leccesi a Civita Castellana. Storia di emigrazione e di tabacco
di Irene Mancini

Interverranno:
Massimo Giampieri, Sindaco di Civita Castellana
Vincenzo Santoro, Responsabile Ufficio Cultura, Sport e Politiche Giovanili dell’Anci
Irene Mancini, autrice del libro
Coordinerà il bibliotecario Alfredo Romano

Una storia di emigrazione e di tabacco. L’epopea dei salentini nlla cittadina delle ceramiche viene ripercorsa in un libro, edito dalla biblioteca comunale nell’ambito della collana “Ninfeo Rosa”. Nella prima parte del libro vengono ripercorse le vicende storiche, seguendo l’ordine cronologico degli eventi; nella seconda la Mancini si sofferma invece sulle problematiche relative ai processi di integrazione nel contesto civitonico: incomprensione e conflittualità, ma anche situazioni di scambio e arricchimento culturale. La terza parte è dedicata ai documenti e alle interviste a leccesi doc, come Alfredo Romano, Gabriella Mariani, Carmina Bruno e la figlia Daniela Caracuta. Proprio Romano, scrittore e bibliotecario, ha curato la postfazione del libro.”Se è vero che il fenomeno migratorio è finito nel 1975 – scrive Romano – forse questo è un libro che esce anche con troppo ritardo. Va dato atto perciò a Irene Mancini di aver riempito un vuoto nella storia di Civita Castellana, perché i leccesi qui immigrati sono stati migliaia e quel fenomeno con tutti i suoi risvolti politici, economici e sociali, doveva prima o poi essere oggetto di studio. Il libro è in parte provocatorio perché affronta questioni mai sollevate che faranno arricciare il naso a qualcuno forse, ma è prima di tutto un contributo alla reciproca comprensione dei due gruppi della comunità, direi quasi a una definitiva ‘pacificazione’ non ancora ultimata”. Romano usa il termine ‘leccesi’ piuttosto che ‘salentini’, come sarebbe più appropriato, “anche se non veniamo proprio dalla città di Lecce, ma dai vari paesi del Salento. Dalla aristocratica Lecce, in verità, qui non è arrivato mai nessuno. In ogni caso rivendico ormai l’uso del termine ‘leccesi’ per identificare i componenti della comunità, perché è così che siamo stati chiamati fin dal nostro arrivo. Lo dico a bella posta, anche se il termine a Civita Castellana ha sempre avuto una connotazione negativa, come dire: terroni, paria, incivili, negri, eccetera”. Ecco, Romano rivendica quel termine, così come i neri d’aAmerica rivendicano con orgoglio l’epiteto di “negri”.
“Oggi la minoranza salentina – sottolinea il sindaco Gianpieri nell’introduzione al volume – è perfettamente integrata nel tessuto cittadino, tanto che resta difficile ormai distinguere un leccese da un civitonico. Per non dire che tanti leccesi, o i loro figli, oggi occupano posti di responsabilità tra la classe dirigente, come pure si sono affermati nel campo artistico e imprenditoriale. Possiamo affermare che i leccesi, come sempre accade con l’arrivo di nuove culture, hanno portato nuova linfa allo sviluppo economico e sociale della città”.

dal Nuovo Corriere Viterbese del 10 ottobre 2008

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