La Santissima Trinità di Vallepietra

di Vincenzo Santoro

da Anci Rivista, marzo 2009

 

Il santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, in provincia di Roma, è, nonostante l’apparente isolamento, uno dei luoghi sacri dell’Italia centrale ancora oggi più frequentati. La sua collocazione sul Monte Autore, che fa parte della catena dei Monti Simbruini, a 1.300 metri d’altezza, ne fa il punto di convergenza di antichi percorsi di transumanza tra una parte importante delle odierne province di Roma e Frosinone, il che spiega la sua perdurante popolarità nonostante la collocazione aspra e isolata.

Dal primo maggio al 30 ottobre, le compagnie di pellegrini, provenienti da comunità situate anche a notevolo distanze, tra Lazio, Abruzzo e Molise si recano al santuario per soddisfare una profonda esigenza spirituale: un sentimento misto di fede e di religiosità popolare, ma anche, visti i luoghi, di attrazione naturalistica e di escursionismo. Per raggiungere il santuario è necessario compiere un’ascesa molto faticosa, superando un dislivello che va dai 300 ai 500 metri. Questo percorso richiede grande impegno, soprattutto per chi va a piedi – e sono in molti a farlo ancora oggi.

Luogo sacro fin dal neolitico, come testimoniano alcuni ritrovamenti archeologici, ha trovato ampia fama soprattutto dall’inizio dell’Ottocento. L’oggetto della devozione è un’immagine della Santissima Trinità riprodotta in un grande affresco bizantineggiante – datato intorno al XII secolo – che è conservato nella grotta della Tagliata del monte Autore (una parete rocciosa mozzafiato). L’affresco rappresenta una Trinità non canonica: tre Cristi identici (le “Tre Persone”) che benedicono con la mano destra, unendo il pollice all’anulare, gesto di tradizione greco-bizantina.

La date culminanti del pellegrinaggio sono due: la SS. Trinità, festa “mobile” che cade nel primo plenilunio dopo la Pasqua (una settimana dopo Pentecoste) e S. Anna (madre di Maria, cui è dedicata una piccola cappella alla sinistra del Santuario), il 26 luglio.

La domenica della festa della Trinità viene eseguito da parte di giovani vallepietrane il suggestivo “Pianto delle zitelle”, un antico dramma sacro che mette in scena i misteri sulla Passione di Cristo.

I sentieri che portano a piedi, attraverso le montagne che circondano il Santuario, sono molti, tutti tramandati oralmente di padre in figlio e immersi nella natura. Natura davvero meravigliosa, parte del Parco Naturale dei Monti Simbruini.

Questo complesso e singolare pellegrinaggio, che per le sue peculiarità ha destato un forte interesse negli studiosi, è descritto e analizzato approfonditamente nel libro “Evviva la Santissima Trinita!”, di Fulvia Caruso, antropologa vallepietrana e “zitella”, edito nel 2008 da Carsa Edizioni. Come sottolinea Antonello Ricci nell’introduzione, «Fulvia Caruso in questo suo saggio ripercorre, descrive, analizza e offre al lettore il senso sonoro di una festa i cui tratti sono stati più volte rappresentati e le cui motivazioni rimangono ancora oggi, nonostante il continuo interesse, nascosti e misteriosi». Il libro è arricchito di un CD audio che documenta il “paesaggio sonoro” connesso al pellegrinaggio, restituendo una selezione dei vari canti eseguiti durante il lungo percorso, in un contesto acustico fedele. Da segnalare anche l’importante corredo fotografico del volume, opera di Marco Marcotulli, che documenta in uno splendido bianco e nero la «complessa polifonia sociale» rappresentata dalle migliaia di persone di ogni età e di ogni condizione sociale che compiono ogni anno la lunga ascesa al Monte Autore. Sempre sul pellegrinaggio di Vallepietra Marcotulli ha realizzato nel 2006 un bel DVD, “Son le treppe”, che peraltro rende omaggio a un’opera storica, considerata da Michelangelo Antonioni come precorritrice del Neorealismo: il documentario “Il Pianto delle Zitelle” (1939) di Giacomo Pozzi Bellini, che, presentato e premiato al Festival del Cinema di Venezia, fu censurato a causa del forte impatto di alcune scene di massa, sgradite al regime fascista, e per questo non è più stato diffuso in Italia.

 

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