recensione di Ninnamorella di Anna Cinzia Villani, edizioni AnimaMundi
di Guido Festinese, da Alias (inserto musicale del manifesto) del 30 maggio 2009
L’ascolto di questo cd potrebbe scioccare, per chi ama le voci femminili “estreme”, come sono usate nelle avanguardie, jazzistiche e no. Perchè la giovane Villani con le avanguardie non c’entra nulla. Lei ha una voce atavica, di impressionante potenza, di sconvolgente maturità quando prende quei picchi di acuti, tutti “di testa” che potete ritrovare al massimo in qualche registrazione “etnografica”, raccolta sul campo nel nostro Meridione.
E poi c’è la capacità di controllo, un controllo sottile delle increspature di “pitch”, sicchè volano con stupefacente naturalezza i quarti e gli ottavi di tono. Un tesoro svelato. Anna Cinzia Villani ha cominciato a cantare a metà degli anni Novanta, quando ancora il Salento della “taranta” non era boom spettacolare e spettacolarizzato. Poi ha cominciato a frequentare gli “alberi di canto” ovvero gli anziani che hanno il segreto del suono, del canto, delle intonazioni, trovando una straordinaria sintonia umana con quell’umanità carsica che resiste a ogni tentativo di omologazione. Da lì tanti progetti, tra i quali quello con l’Ensemble Terra d’Otranto e con i Nistanimera. Li trovate anche qui gli alberi di canto: ma la nuova Regina è lei.