da il giornale della musica, n. 267, febbraio 2009
Abbracciando un arco che dalle ricerche sul campo e dalle rielaborazioni artistiche degli anni Settanta arriva fino all’odierno fenomeno della “taranta”, Santoro, responsabile dell’Ufficio Cultura dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, offre un’analisi puntuale e scorrevole dell’exploit della musica popolare salentina. Dando voce ai protagonisti del revival, l’indagine fa luce sull’articolato processo di risignificazione di una parte della tradizione musicale di terra d’Otranto come espressione di appartenenza locale e per l’uso e il consumo contemporanei, segnalando, al contempo, contraddizioni e, in qualche misura, derive azzardate. Lettura utile agli studiosi e appassionati delle musiche di tradizione orale, ai cronisti ancora convinti che quello della “Notte della taranta” sia un rituale arcaico; ma anche agli operatori e agli intellettuali che pensano si possa tradurre altrove il successo della “taranta” attraverso una mera operazione di marketing culturale: dimenticando che il movimento salentino, inizialmente, nasce dal basso, anche se le pratiche di reinvenzione della musica salentina hanno poi incontrato i discorsi accademici e se ne sono alimentate, prima di condizionare la politiche culturali delle istituzioni pubbliche. Correda il saggio un cd: arricchito da “Luna otrantina”, su testo di Rina Durante, inciso appositamente, il florilegio di brani sottolinea alcuni passaggi cruciali del movimento salentino, anche con registrazioni inedite e in qualche caso rare.
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