Un presidente tarantato

Nichi Vendola presenta La Notte della Taranta 2011

vendolauccioVenc“Quella notte mi sono ammalato e non sono più guarito da questa malattia perché la pizzica e la taranta sono espressioni della cultura musicale del salento, sono le canzoni che cantano l’amore per i bambini, le ninne nanne, le filastrocche, sono le canzoni che cantano i duelli d’amore e le lotte dei braccianti, sono l’epopea della povera gente salentina. Fino ad allora conoscevo solo superficialmente il pentagramma della taranta”. Il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola ha voluto così ricordare, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2011 de La Notte della Taranta che si è svolta questa mattina a Bari, la notte di tanto tempo fa quando in “un covo gastronomico di un paesino della grecìa salentina, Sternatia” si imbattè nella pizzica. “C’era Uccio Aloisi, la grande e potente voce contadina, c’era il grande Pino Zimba con i suoi tamburelli – ha ricordato Vendola – improvvisamente gli strumenti musicali sono apparsi da sotto i tavoli, la gente ha mollato il bicchiere di vino e i pezzettini di carne di cavallo e sono apparse fisarmoniche e tamburelli e la serata ha cambiata segno. Non è stata più una serata gastronomica ma è diventata una serata musicale che si è protratta fino all’alba”.

“Ma perchè è bella questa musica” si è chiesto Vendola “perché è bello il salento ed è bello soprattutto perchè non si è mai creduto una piccola patria, perchè non si è mai chiuso dentro i propri confini, perchè ha offerto la propria cultura come un dono per il resto del mondo mentre accoglie dal resto del mondo il dono delle altre musiche, delle altre culture. Nel concertone magico della notte di Melpignano – ha continuato Vendola – accanto alla pizzica e alla taranta si sentono le melodie e i ritmi di tutte le culture popolari del mondo. Quest’anno addirittura dalla patria di una grande tragedia, dalla terra di Fukushima giungeranno dei musicisti che racconteranno la loro allegria e il loro dolore e impareranno la nostra allegria e il nostro dolore”. Per Vendola “si fa festa insieme quando si diventa comunità e l’unica vera grande comunità è il mappamondo”.

E ancora a proposito del salento “non mi piace – ha detto Vendola – quando qualcuno cerca di manipolarlo e di farlo diventare una idea isterica del localismo. Mi piace invece quando si sente capace di esprimere la propria identità e di coniugarla in termini di cosmopolitismo”.

E a proposito di multiculturalismo, pensando a quanto accaduto in Norvegia Vendola ha aggiunto che “tutto il manifesto ideologico di questo criminale, militante dell’estrema destra norvegese, è legato alla lotta contro il multiculturalismo, contro le contaminazioni dentro l’utopia regressiva di una Europa libera da qualsivoglia forma di contaminazione etnico culturale. Credo – ha concluso Vendola – che noi dobbiamo invece costruire il mondo e la grande patria del multiculturalismo e della multi etnicità. Questo è il modo più serio per rispondere all’orrore di quella violenza cosi insensata”.

Infine la gratitudine “grande” di Vendola nei confronti del Maestro concertatore Ludovico Einaudi per “mettere insieme la capacità di liberare un vulcano di creatività e il rigore formale, il rigore dello stile” perché “la potenza creativa non è il trionfo di una idea ingenua della cultura, ma l’applicazione di una grande disciplina rende l’esperienza della creatività e della contaminazione una esperienza di grande cultura. Anche la direzione di una personalità come Einaudi aiuta questa esperienza a non diventare un epifenomeno di strapaese ma essere un grande fatto della cultura musicale”.

 

Sullo stesso argomento, si può leggere il mio articolo scritto all’inizio dell’avventura “tarantata” del presidente, dal titolo Considerazioni semiserie sulla Notte della taranta 2005 e sull’attarantamento di Nichi Vendola

 

 

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