Torrai a passu (dalla Sardegna al Salento)

Musica e ballo tradizionali tra Sardegna e Salento

17 settembre 2011, Villa Verde (Oristano)

Programma pomeridiano:

Tavola rotonda

Marcello Marras (studioso di etnocoreutica della Sardegna)

Vincenzo Santoro (studioso della musica e della Pizzica salentina)

Carlo Boeddu (musicista)

Ornella D’Agostino (danzatrice e regista coreografa)

muralesorgosoloDalla piazza al palco

Rappresentazioni itineranti di:

Gruppo Sa cointrotza di Aidomaggiore. Sa cointrotza è la danza che caratterizza il Carnevale del piccolo paese del Guilcer. La parola Cointrotza indica il movimento coreutico eseguito dai ballerini, formato di continue serpentine. Il ballo è accompagnato dal trio strumentale, che si forma solo in occasione del Carnevale, composto dall’organetto diatonico, dal triangolo e da su tumbarinu (il tamburo).

Esibizione coreutica musicale della Pizzica, con gli artisti Anna Cinzia Villani (danza, canto, tamburello, organetto), Gianluca Longo (danza, chitarra, mandolino, tamburello), Annamaria Bagorda (danza, organetto), e Franca Tarantino (danza).

Gruppo Folk della Marmilla
Programma serale

Dal palco alla piazza, una piazza in festa

Performance di professionisti musicisti che daranno espressione ai vari strumenti della tradizione sonora accompagnando la piazza che danza.

Artisti:

Carlo Boeddu – organetto

Ignazio Cadeddu – chitarra

Marcello Marras – trunfa e armonica a bocca

Franco Melis – launeddas

Gianni Ore – fisarmonica

Coro a Tenore di Orgosolo

Trio strumentale di Aidomaggiore (Paolo Virdis – organetto diatonico; Celestino Medde – tamburo; Attilio Licheri – triangolo)

Gruppo Pizzica salentina

Coordinamento scientifico: Marcello Marras

Il ballo tradizionale per i paesi della Sardegna rappresentava, e per molti ancora oggi rappresenta, uno dei momenti aggregativi e comunitari più importati.

Attualmente sono ancora numerose le situazioni, formali e talvolta informali, che danno occasione allo svolgimento di balli: feste patronali, feste campestri, Carnevale, matrimoni, etc.

Il patrimonio etnocoreutico della Sardegna è particolarmente ricco, infatti ogni comunità possiede almeno due o tre musiche da ballo. Frequentemente su queste musiche si hanno delle differenti forme coreutiche che possono cambiare in base al luogo in cui si svolgono le danze (all’aperto o al chiuso) e all’occasione (Carnevale, festa patronale, etc.). Ogni paese ha i suoi balli che si caratterizzano per forme musicali e forme coreutiche che li distinguono da quelli dei paesi vicini. Queste differenze in alcuni casi sono macroscopiche, in altri casi possono sembrare minime, ma per i singoli paesi hanno una notevole importanza perché sottolineano la propria identità e marcano la diversità con gli altri.

Inoltre, il ballo tradizionale è “messo in scena” dai numerosi gruppi folk presenti nell’Isola – spesso più di uno nello stesso paese, ed è appreso nelle sempre più presenti scuole di ballo sardo. Queste due realtà generano nuove situazioni di apprendimento, di uso dello spazio e di gestione dei tempi, differente dal tradizionale svolgimento dei balli in piazza.

All’interno di questo mondo della danza di tradizione orale della Sardegna si muoverà l’appuntamento di Torrai a passu, espressione che indica il riprendere il ritmo per chi, durante il ballo, ha “perso il passo” ma in questa situazione si riferisce anche al voler ragionare per distinguere i diversi livelli del ballo in Sardegna: ballo tradizionale, gruppi folk, scuole di ballo.

La riflessione vuole poi soffermarsi sull’osservazione del ballo tradizionale in un’altra realtà del Mediterraneo, il Salento. In quest’area della Puglia, a partire

dagli anni Settanta fino all’esplosione degli ultimi anni, si è assistito ad lungo processo di riuso dei materiali tradizionali, ed in particolare della Pizzica, giunto a una sorprendente esposizione mediatica, ben oltre i confini regionali, aprendo un ampio dibattito sul repertorio tradizionale e l’innovazione, uso “popolare” e uso “spettacolare”. Una storia decisamente “locale”, ma emblematica di come si possa procedere con successo alla riattualizzazione dei repertori popolari, innescando dinamiche capaci non solo di condizionare le politiche culturali degli enti pubblici ma anche di proiettare in una dimensione internazionale le suggestioni e la forza attrattiva della Pizzica, altrimenti consegnata alla memoria degli archivi e ai reperti documentari di un mondo ormai scomparso.

Verranno inoltre analizzate esperienze di metodologie innovative applicate in contesti culturali tradizionali attraverso approcci interdisciplinari che si fondano sull’indagine sul corpo e l’identità, in diversi contesti sociali, in particolar modo nelle aree mediterranee.

Organizzazione: Agenzia di Sviluppo Locale Due Giare

Credits

Comune di Villa Verde

Pro Loco di Villa Verde

 

FacebookTwitterGoogle+WhatsAppGoogle GmailCondividi

Lascia una risposta