di Michele Fumagallo
da Alias, inserto culturale del manifesto, di sabato 29 ottobre 2011
Vincenzo Santoro ha dato alle stampe, per Squilibri il volume Memorie della terra. Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento (libro + cd, euro 16). È un nuovo excursus dell’autore nella ricerca culturale e musicale del Salento, derivato da un fortunato spettacolo. Il merito maggiore di questi libro è del libro è quello di mettere in guardia dalle degenerazioni della riscoperta dell’esperienza musicale tradizionale salentina. Scrive Santoro: «La turbinosa rinascita della musica popolare salentina ha prodotto diffuse mistificazioni sui caratteri propri della cultura contadina. Ha prevalso l’immagine di un mondo contadino bucolico e pacificato, pervaso di pratiche e significati magici, dimenticando le accezioni negative che tali usanze avevano per i protagonisti concreti. Emblematico è il caso del tarantismo, trasformato da simbolo di dolore e sofferenza sociale in una sorta di feticcio new age». Così si dipana il libro e il cd tra musica tradizionale (alcuni canti, tra cui Lu sule calau calau e Canto dell’Arneo che accompagnò la più grande lotta contadina dell’epoca, sono davvero bellissimi e struggenti) e racconto orale, in una rivisitazione che è quanto mai utile in un periodo in cui non si riesce a imboccare la strada della critica radicale a rivisitazioni del passato che hanno il solo scopo di integrare, in una logica superficiale e di consumo, tradizioni che meriterebbero ben altro ascolto e studio.
ndr: il singolare titolo dell’articolo è dovuto al fatto che l’articolo di Fumagallo comprende anche una recensione sul rapporto tra il grande poeta Edoardo Sanguineti e la musica. Anche se è un po’ fuorviante, ho deciso di conservarlo…
per maggiori info sul libro (che sarà presentato l’11 novembre a Viterbo) premere qui