Gli artisti? Non si pagano…

Così è capitato ai musicisti ingaggiati dalla Cgil per il primo maggio del 2010, ma il sindacato chiama in causa la Provincia. Non è l’unico caso… Un costume diffuso che non premia gli importanti risultati che il territorio raggiunge grazie allopera degli interpreti della cultura

di Luisa Ruggio

da Il Paese Nuovo di martedì 10 gennaio 2012primomaggioUn’ampia fetta di lavoratori ci ha fatto il callo, prima di essere pagati dovranno attendere, spesso si tratta di mesi, a volte addirittura anni e, nei casi peggiori, la retribuzione dovuta non arriverà mai. Cade, allora, sul danno di aver prestato servizio a vuoto, un silenzio imbarazzato che è la cifra di un disagio diffuso di cui nessuno parla. Solo pochi, pochissimi anzi, alzano la voce per chiedere quel che gli spetta, mosche bianche che sembrano uscite dalla penna di Vittorini e non si lasciano sfiancare dalla politica inquietante di quanti si fanno desiderare quando si tratta di dare risposte e denari. Tra i lavoratori più colpiti da questo fenomeno ci sono i musicisti, i tecnici del suono, gli attori, gli operatori culturali, un lungo elenco di artisti, liberi professionisti, che vivono onestamente del proprio lavoro e non si sentono tutelati. Agli sforzi che derivano dall’essere rimasti a militare nella propria terra vedono aggiungersi il peso di un malcostume che ha radici profonde negli enti pubblici. Parla chiaro la segnalazione resa da Vincenzo Santoro (che dal 2007 è coordinatore dell’Archivio Sonoro delle tradizioni musicali pugliesi) e dalla cantautrice salentina Anna Cinzia Villani alle prese con un contenzioso contro la Cgil Lecce che

li ha ingaggiati insieme ad altri professionisti per il concerto del 1° Maggio del 2010, svoltosi regolarmente in Piazza Duomo e mai retribuito. A sua volta, dalla Cgil Lecce, il Segretario Generale Salvatore Arnesano ci tiene a precisare: “E’ la Provincia di Lecce che si fece carico di quell’evento, garantendo a Cgil Cisl e Uil un patrocinio non gratuito che di fatto non fu mai erogato, noi possiamo anticipare i soldi sebbene il problema non sia di nostra competenza. E’ chiaro che abbiamo a cuore i lavoratori, siamo mortificati per l’accaduto, abbiamo agito in buona fede preoccupandoci di ottenere il suolo pubblico e mettendoci la passione che contraddistingue il nostro operato”. Ogni giorno, da allora, Santoro e la Villani – conosciuti nel Salento come nel resto d’Italia come due i ricercatori che hanno reso omaggio seriamente alla questione dei canti di lotta e di lavoro della tradizione popolare – hanno opposto al ritardo nel pagamento del compenso un tam tam quotidiano fatto di sollecitazioni telefoniche e poi scritte che non hanno ancora portato a nulla. “Eppure” – dice la Villani – “il lavoro è stato fatto, insieme a me sul palco per quel concerto c’erano anche Maria Mazzotta, Daniele Girasoli ed Enrico Noviello. Questa gente deve essere pagata, ma la Cgil dopo averci ingaggiato ci ha spiegato che a pagarci sarebbe stata la Provincia di Lecce, siamo stati manati da Ponzio a Pilato”. Il compenso degli artisti, per quel concerto datato 1° Maggio 2010, si aggira intorno ai 1.300 Euro, “Si tratta di un evento – spiega Vincenzo Santoro – inserito nell’ambito di una festa nazionale che quell’anno, nel capoluogo salentino, fu dedicata alla prima vera manifestazione di protesta delle tabacchine, una protesta datata 1935. Era il concerto del 1° Maggio, noi siamo stati invitati dalla Cgil, per questo abbiamo dato mandato all’avvocato Francesca Torsello per recuperare il compenso”. L’avvocato Torsello ha cercato di districare la matassa, “I fili di tutto li ha tenuti la Cgil di Lecce ed è solo per questo motivo che ci siamo rivolti a loro per i pagamenti, ci hanno in effetti spiegato più volte che la Provincia di Lecce dovrebbe erogare la somma dovuta ma di fatto lo scambio di e-mail per mettere a punto l’evento coinvolge i miei assistiti e la Cgil Lecce. E’ chiaro che la Cgil Lecce a sua volta potrebbe tutelarsi rimettendo alla Provincia le sue responsabilità”. Dal canto suo, il Segretario Arnesano ribadisce: “Il problema è questo, ci siamo occupati noi dell’organizzazione, entro stamattina anticiperemo le somme che la Provincia dovrebbe erogare. Se la vicenda si chiude è bene, altrimenti criticheremo l’operato della Provincia. E’ legittimo che gli artisti si siano rivolti a un legale, ma non posso dire che noi abbiamo sbagliato. Quando un ente prende un impegno deve mantenerlo, in questo caso l’impegno è stato preso dalla Provincia. Poi chiaramente saremo noi ad alimentare la polemica”.

Ormai da anni, il Salento come il resto della Puglia vanta una crescita economica dovuta proprio al settore legato alle attività culturali, eppure, denuncia Vincenzo Santoro: “Nonostante risultati importantissimi, tutto questo mondo è a rischio per via dei ritardi nei pagamenti da parte degli enti. Molte persone sono al limite della sopravvivenza, conosco moltissimi artisti che non riescono a tirare avanti, vengono ingaggiati, lavorano e poi comincia l’attesa. C’è anche da dire che molti ritardi sono dovuti al terrificante Patto di Stabilità, ma non possiamo glissare sulle inefficienze e la burocrazia”. Nel frattempo, il concerto del 1° maggio 2010, ora al centro delle polemiche, è diventato un libro/cd, “Memorie della terra”, edito da Squilibri. Si tratta di un viaggio nella memoria del lavoro nel Salento della prima metà del Novecento, dalla “rivolta di Tricase” del 15 maggio 1935 – “con la feroce repressione di una manifestazione di piazza delle tabacchine dello stabilimento “Acait” – all’occupazione del feudo d’Arneo nel 1949-51, la più eclatante delle azioni intraprese dal movimento sindacale contadino. Oggi, la viva voce di quei protagonisti so è travasata nell’impegno degli artisti che ce ne restituiscono l’ascolto, oggi sono loro a lottare per difendere il proprio lavoro per il Salento e nel Salento.

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