di Vincenzo Santoro
da Il Paese Nuovo del 5 settembre 2012
Il Canzoniere Grecanico Salentino è il più longevo gruppo di musica popolare della terra fra i due mari. Agli inizi del 1975, la grande intellettuale e attivista culturale Rina Durante, dopo che una precedente esperienza, nata qualche anno prima sempre su sua iniziativa e coordinata musicalmente da Luigi Lezzi, si era sciolta, si attivò per ricomporre un collettivo politico culturale che lavorasse sulla riproposta della musica tradizionale. Riunì nella sua casa leccese alcuni esponenti del vecchio gruppo e altri giovani musicisti, in particolare originari di Calimera, perché alla Durante interessava molto il repertorio grico. Nacque così il CGS, che diventò il gruppo salentino più importante degli anni Settanta, lavorando molto nel circuito locale delle feste de L’Unità, ma non solo (è rimasta nella memoria una avventurosa trasferta nella Grecia appena liberatasi dal regime dei Colonnelli per un concerto trionfale allo stadio di Atene) e soprattutto producendo nel 1977 un fondamentale LP per la Fonit Cetra (Canti di Terra d’Otranto e della Grecìa Salentina), che diventò un punto di riferimento fondamentale per tutti coloro che in seguito si sarebbero confrontati con il repertorio popolare salentino. Dopo alcuni assestamenti iniziali, la formazione storica del CGS sarà composta da Bucci Caldarulo, Luigi Chiriatti, Daniele Durante, Roberto Licci e Rossella Pinto.
Ritornato in auge con la “rinascita” della scena musicale salentina della metà degli anni Novanta, il gruppo, ormai diretto da Daniele Durante, ha continuato ad operare proficuamente fino al 2007, quando è stato ereditato da Mauro (figlio di Daniele e di Rossella Pinto – altra componente del CGS originario, e in rapporti di parentela con Rina Durante) che l’ha completamente rifondato, aggiungendo progressivamente nuovi musicisti: la cantante Maria Mazzotta, il cantante e tamburellista Giancarlo Paglialunga, il chitarrista Luca Tarantino, Giulio Bianco con zampogna, ciaramella e armonica a bocca, Massimiliano Morabito all’organetto, la danzatrice Silvia Perrone, il cui apporto è fondamentale nelle esibizioni dal vivo; fino all’ultimo arrivato, il cantante e chitarrista Emanuele Licci, altro “figlio d’arte”.
Con questa nuova formazione, il CGS si è progressivamente affermato come uno dei gruppi più interessanti della scena salentina, distinguendosi per una intensa attività live, che è culminata in una straordinaria tournée in Nord America, nell’autunno del 2011, 21 date in 23 giorni, con tappe, tra le altre, a Chicago, New York, Toronto, Montreal, Washington, Philadelphia, e conquistando molti consensi fra gli operatori specializzati (con recensioni importanti e il riconoscimento nel 2010 come “miglior gruppo di musica popolare” da parte del Mei).
Il giovane e intraprendente Mauro Durante inoltre negli anni ha sviluppato alcune preziose collaborazioni, tra cui quella, fondamentale, con Ludovico Einaudi, che ha accompagnato come strumentista in molti concerti e che ha assistito quando il musicista torinese è stato il “maestro concertatore” della Notte della taranta, nel biennio 2010 -11.
Questo nuovo corso del CGS, caratterizzato da un lavoro così intenso e certosino, trova ora una sintesi straordinaria in Pizzica indiavolata, cd da poche settimane disponibile nelle edicole del Salento (successivamente in autunno sarà distribuito in Italia e nel febbraio 2013 all’estero con Ponderosa), la cui uscita rappresenta un avvenimento molto importante per la nostra vivace scena musicale. Infatti, si tratta di un’opera discografica potente e ambiziosa, decisamente glocal, profondamente ancorata nei luoghi d’origine, ma esplicitamente pensata – fin dal titolo forse un po’ troppo ammiccante – per il mercato internazionale. Un’opera che intende riprendere la gloriosa tradizione salentina per rilanciarla nella modernità e nei circuiti globali della world music. Con risultati che mi sembrano veramente notevoli.
Il cd si apre con Nu te fermare, un brano che può rappresentare il manifesto del nuovo CGS: la “cassetta degli attrezzi” della tradizione salentina viene utilizzata per comporre una canzone dal gusto quasi pop (il ritornello ti entra nella testa e non ne esce facilmente), con un testo attuale – ma rigorosamente in dialetto – che parla del precariato e delle terribili difficoltà che incontrano i giovani di oggi. Un’attenzione “sociale” che in qualche modo riprende l’impostazione di Rina Durante e del CGS degli anni Settanta.
Aremu an me ‘gapa’ è invece una dolcissima nenia in grico, musicata da Mauro Durante e tutta costruita sulla meravigliosa voce di Maria Mazzotta e la kora “sognante” di Ballake Sissoko, prestigioso ospite che suona in ben tre brani del cd.
Si prosegue poi con Focu d’amore, una pizzica “nuova” piacevole, trascinante e dal testo particolarmente ispirato, caratterizzata dal canto “antico” di Giancarlo Paglialunga e da interessanti interventi strumentali (la zampogna di Giulio Bianco, il violino di Durante e l’organetto di Massimiliano Morabito).
Di nuovo un pezzo di bravura di Maria Mazzotta è invece Bella ci dormi, struggente brano tradizionale rivisitato con una interpretazione vocale da brividi, con chiari rimandi alla grande cantante siciliana Rosa Balistreri (del cui repertorio la Mazzotta aveva già cantato in un suo progetto solista A curuna).
Segue Tamburreddhu mia, una torrida versione della pizzica registrata ad Aradeo da Brizio Montinaro e da Luigi Chiriatti e pubblicata nei mitici vinili della Albatross negli anni ‘70, eseguita con intelligenza e passione (e con la voce di Paglialunga che arriva ad essere molto vicina all’originale del grandissimo cantore Uccio Zimba).
Altro brano tratto dagli archivi storici è la emozionante Questa mattina mi sono alzato, tratta da una registrazione eseguita da Alan Lomax e Diego Carpitella nel 1954 da una squadra di spaccapietre di Martano, che, nel documento originale, cantano durante il lavoro, mentre il tempo è portato da battito del piccone sulle pietre. Si tratta di una testimonianza importante, perché sarebbe anche un “antecedente” di tradizione orale di una delle canzoni italiane più famose e discusse, Bella ciao” (come è noto la sua esecuzione nell’ultima edizione della Notte della taranta, preceduta proprio da alcune strofe del brano registrato a Martano, ha sollevato un incredibile vespaio di polemiche). Il CGS esegue il brano con una forte adesione all’originale, rispettandone la struttura polivocale (con Paglialunga espressiva prima voce) e inserendo alcuni leggeri e preziosi arricchimenti strumentali.
Con E chora’ tu anemu si torna alle composizioni originali di Mauro Durante, che in questo caso costruisce, sul ritmo di pizzica, una divagazione strumentale suggestiva e onirica, basata sul dialogo fra il suo violino e la kora di Sissoko, che evidentemente risente molto del lavoro svolto con Ludovico Einaudi.
In Itela, brano della tradizione grica, emergono invece le doti vocali di Emanuele Licci, che guida la compatta e intensa esecuzione polivocale a cui si appoggia sapientemente la zampogna di Giulio Bianco.
Seguono due pizziche: Sta strada, tradizionale cantata da Maria Mazzotta con un accompagnamento di armonica a bocca piacevole e pertinente di Giulio Bianco, e Pizzica a Marino, un irresistibile divertissement di Massimiliano Morabito che sciorina i suoi incontenibili virtuosismi sull’organetto.
L’altra collaborazione internazionale del cd, quella con l’artista anglo-francese Piers Faccini si realizza invece in La voce toa. Per lui, Mauro Durante scrive una incantevole ballata, su cui Faccini, con la sua voce inconfondibile, canta un suo testo in inglese ma con il ritornello in dialetto. Il tutto impreziosito dalla magica kora di Sissoko. Indubbiamente uno dei brani più affascinanti del cd, che segnala le notevoli doti compositive di Durante (che è autore di tutti gli arrangiamenti, le composizioni e le liriche originali del cd) e la duttilità del gruppo, capace di confrontarsi alla pari con artisti affermati della scena internazionale.
La voce ricca di pathos di Giancarlo Paglialunga introduce il pezzo seguente, Tira cavallo, un canto al modo dei “trainieri” – su cui interviene successivamente in maniera vertiginosa Maria Mazzotta – con un altro interessante testo d’autore di (malinconica) riflessione sulla durezza della vita, ieri come oggi (“mo tocca tiri osce comu ieri / e certu lu cavallu nu te iuta”).
A concludere degnamente il cd, una travolgente versione della Pizzica indiavolata che l’orchestrina di Luigi Stifani usava per la cura del tarantismo, grande prova di perizia strumentale del gruppo (e in particolare di Durante al violino e di Morabito, letteralmente esplosivo all’organetto) e brano che dal vivo produce sul pubblico effetti devastanti.
Abbiamo dunque a che fare con un’opera potente, caleidoscopica e varia, che riesce a mio avviso ad essere più convincente di altri lavori, pur significativi, usciti negli ultimi tempi nell’ambito della scena musicale salentina, sia per le qualità di Durante, grande conoscitore e studioso dei repertori tradizionali (cosa che dovrebbe essere scontata, ma non lo è affatto), e però in grado di comporre, arrangiare e suonare in maniera egregia, ma anche e soprattutto perché il Canzoniere ha saputo evitare la deriva “cantautorale” di molti progetti analoghi, rimanendo un “gruppo” (e non un ensemble di musicisti al servizio di un leader) dal suono compatto (e dalle travolgenti performance dal vivo), ma in cui sono evidenziate e valorizzate le individualità, dalle voci belle ed espressive ai validissimi strumentisti.
Si conserva quindi l’essenza della musica salentina (il forte senso ritmico, la polivocalità, il fascino dolce di alcune melodie), se ne esplora il repertorio anche in direzioni inconsuete, ma con una attitudine contemporanea nella scrittura musicale, negli arrangiamenti e nei testi. Infine a distinguere il gruppo è la capacità di mettere a frutto gli incontri con musicisti importanti anche sul proprio progetto musicale, come dimostrano le collaborazioni con Piers Faccini e Ballake Sissoko. Una formula di grande interesse, e che a mio avviso può condurre il gruppo a dei successi significativi anche fuori dalla terra d’origine. Infatti, a guardare il calendario dei concerti, si rimane piacevolmente stupiti: il CGS sarà l’unico gruppo italiano a suonare al prestigioso Womex di Salonicco (17-21 ottobre), poi è prevista una data a Capo Verde in novembre, un nuovo lungo tour in America in febbraio, poi Francia e tante altre occasioni all’estero per il 2013.
Questo è il video del brano Nu te fermare, girato da Edoardo Winspeare all‘interno del tabacchificio Acait di Tricase, uno degli storici luoghi della memoria del lavoro del Capo di Leuca