Continua – e anzi si approfondisce – il divario fra il Sud e il resto del paese per quanto riguarda la lettura.
Secondo l’indagine appena rilasciata dall’Istat, nel 2018, le “persone di 6 anni e più che hanno letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali” in Italia sono state il 40,6% della popolazione (-0,4% rispetto al 2017).
Nel Sud però va sempre peggio, perché si scende ancora al 26,7% (-1,6% rispetto al 2017).
In particolare, questi sono i dati suddivisi per regione (2017, 2018):
Campania 27,5 26,1 (-1,4%)
Puglia 27,6 26,5 (-1,1%)
Basilicata 30,8 33,1 (+2,3%)
Calabria 26,1 26,1 (–)
Sicilia 25,8 24,9 (-0,9%).
Come si vede l’unico dato positivo viene dalla Basilicata, che presenta un discreto incremento e “distanzia” significativamente le altre regioni meridionali.
Riportiamo anche il dato della Sardegna, interessante come sempre per la sua profondissima diversità rispetto al Sud (com’è noto nell’isola si è strutturato un investimento storico sulle biblioteche, che sono molto più presenti che nel resto nel Sud, sono mediamente messe meglio e hanno orari di apertura molto più accessibili agli esseri umani “normali; tutto questo produce circa il 20% di lettori in più rispetto alle regioni meridionali):
Sardegna 44,5 44,7% (+0,2%).
Per far aumentare i lettori dunque si devono fare tante cose, ma in particolare bisogna investire sulle biblioteche “di base” (e sui bravi bibliotecari, senza i quali le strutture fisiche non hanno senso).
La dimostrazione? Il confronto fra le percentuali di cittadini che leggono (almeno un libro l’anno) e quelle dei cittadini che frequentano le biblioteche:
Campania 25,1% 7,7%
Puglia 26,5% 9,2%
Basilicata 33,1% 10,5%
Calabria 26,1% 8%
Sicilia 24,9% 6,9%
media italiana 40,6% 15,3%
Anche in questo caso i dati sulla Sardegna sono di grande rilievo:
Sardegna 44,7% 15,9%.
Quindi si legge di più dove le biblioteche funzionano meglio e sono più frequentate.
Direi che questi dati confermano la necessità di un intervento specifico che riguardi le zone dove si legge di meno e dove le infrastrutture culturali sono più deboli. Ne avevo già parlato l’anno scorso in un articolo che ripropongo per gli interessati: http://lnx.vincenzosantoro.it/2018/12/20/la-lettura-di-libri-in-italia-squilibri-e-ritardi/
Il rapporto Istat si può leggere scaricare a questo indirizzo: https://www.istat.it/it/archivio/236320