tarante sanremesi

 

images-1Teniamoci forte…

il sito www.ansa.it del 14 gennaio 2008, parlando del programma dell’edizione di quest’anno dell’immarcescibile Festival di Sanremo, riporta:

“Sempre alla ricerca di un pezzo che ‘spaccasse’, Baudo ha commissionato direttamente a Eugenio Bennato una taranta, e pare che il risultato sia una nuova La paranza, dal ritmo micidiale.”

Il brano, che “sa di pizzica e di musica popolare”, si chiama Grande sud.

Il sito di Tv Sorrisi e canzoni ne parla in questi termini:
“Travolgente risulta il brano di questo cantautore che torna a Sanremo dopo 17 anni con un pezzo tormentone (glielo ha «commissionato » direttamente Baudo) che sarà subito sulla bocca di tutti: c’è chi dice sia «La paranza» del 2008. «Grande Sud» è una taranta pizzicata, con un testo che racconta l’immigrazione in Italia dai Paesi del Terzo Mondo. All’Ariston Bennato sarà accompagnato da musicisti africani e c’è chi giura che nessuno riuscirà a star fermo sulle poltrone”.

La nostra “taranta” passa dunque dalle “notti fatali” dell’estate salentina al glamour televisivo sanremese in prima serata. Una promozione decisiva direi!

Questa notizia ha creato lo scompiglio tra tutti gli aspiranti invitati al grande evento: che abito indossare per la serata? Perché ballare la “taranta” in frac o in smoking, proprio non si può! Le signore in particolare, sono letteralmente terrorizzate che il brano sia veramente “irresistibile”, e che siano costrette ad esibirsi davanti a “milioni di italiani”. Che ne sarà delle fastose acconciature, che si ottengono con lughe e noiosissime sedute, sottoposte allo scuotimento tellurico dell”antico e selvaggio ballo meridionale”? All’occorrenza, le sciarpine di seta potranno fare le veci del fazzoletto da ballo d’ordinanza? E che fare con i tacchi a spillo? In Riviera si sta diffondendo un vero e proprio panico, e pare che le autorità locali, per cercare di salvare il salvabile, stiano richiamando direttamente dalle lontane terre salentine le migliori insegnanti presenti sul mercato per organizzare appositi corsi intensivi di “taranta” ad uso e consumo degli illustrissimi ospiti!!!

Speriamo che Salvatora Marzo, Luigi Stifani, Uccio Bandello e tutti i grandi “alberi di canto” che hanno tramandato questa
musica meravigliosa alla nostra generazione confusa e irresponsabile – pronta a vendersi per il solito piatto di lenticchie della demenziale comparsata televisiva – non abbiano per l’ennesima volta da rivoltarsi nella tomba.

 

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