viatico necessario per chi vuole conoscere i segreti della “musica del ragno”

di Guido Festinese

da Modus Vivendi, n. 10, novembre 2009

modus-vivendi-logoUn libro, con uno splendido cd, racconta i misteri di questa musica antica del Salento che oggi fa di nuovo ballare decine di migliaia di persone

È una domanda forse retorica, per i lettori di Modus Vivendi, ma comunque necessaria. se vi chiedessero «cos’è che fa notizia, oggi?» in uno di quei sondaggi che il nostro premier sbandiera ad ogni piè sospinto, la maggior parte delle persone (intendendo quell’ottanta per cento abbondante di persone che ricavano notizie solo da una fonte: la televisione) vi risponderebbe qualcosa di simile a: «quello che sta nei titoli di testa dei tg». Se la domanda avesse anche qualche velleità culturale, e fosse formulata così: «Cos’è che fa notizia, oggi, nel mondo della cultura? E della musica in particolare?», oltre ad un fuggi fuggi generale, un «non so, non ricordo», di sicuro si andrebbe ad incappare in una bella, demenziale parata di soliti noti. Ovvero che la cultura è il ritorno di quel rocker che imita talmente bene se stesso che ormai recita sé medesimo, che è il nuovo singolo del cantante con un nome simile ad un amaro, che è l’ennesimo rapper in crisi di simulata cattiveria, o la polemica stantia che quel teatro lirico là proprio non ce la fa a tirare avanti con quella miseria di milioni di euro che arrivano ogni anno.

Qui ci fermiamo, anche per non tirare acqua al mulino di un “nazional.popolare” oggi declinato in formule ancora più retrive, ancora più classiste. Però. C’è sempre un “però”. Chi ha buona memoria (anche televisiva, si intende) si sarà accorto che, perfino dal piatto schermo al plasma, a cristalli liquidi, ai fermenti vivi e a quant’altre diavolerie vorranno inventarsi per tenerci bloccati lì, afasici e intimiditi, almeno una volta ogni anno di un fenomeno “vero” si parla: con curioso stupore. È la “notte della taranta”. Quando decine di migliaia (non scriviamo centinaia per pudore) di persone convergono nel Salento pugliese, e per una notte e oltre si balla e si canta. Su uno dei ritmi più antichi del Mediterraneo, su un battere estenuante e meraviglioso di strumenti semplici (ormai affiancati a qualsiasi diavoleria tecnologica, sia chiaro) che proprio non può non smuovere arti, cuore e cervello.

È una cosa complessa, la “notte della taranta”, che ha visto avvicendarsi direttori artistici diversi, musicisti spesso agli antipodi, ma anche tanti crudi e puri “testimoni” della vera “pizzica”, ma a sua volta fenomeno figlio di un evento ben più grande, questo sì sotto traccia, nel gran brusio vacuo dei media: la rinascita degli ultimi decenni della “Taranta”. Con decine di gruppi, solisti, appassionati, ricercatori, semplici entusiasti che nella “iatromusica”, la musica che cura, hanno trovato gran conforto contro la asimmetrie dolorose della vita contemporanea.

Se quanto fin qui descritto vi ha minimamente incuriosito, correte a comprare un libro bello e importante, uscito di recente, che alle pagine scritte con grazia leggera da Vincenzo Santoro (grazia che nasconde una documentazione imponente) affianca uno splendido cd con diciannove tracce. Viatico necessario per che vuole conoscere i misteri della “musica del ragno”. Il testo si intitola Il ritorno della taranta. Storia della rinascita della musica popolare salentina (Ed. Squilibri). La prefazione è di Alessandro Portelli, altro grande della ricerca su questi temi. Abballati!

info varie sul libro (scheda, recensioni, prossime presentazioni ecc.) all’indirizzo: www.vincenzosantoro.it/dblog/articolo.asp?ID=407

FacebookTwitterGoogle+WhatsAppGoogle GmailCondividi

Lascia una risposta